Sono solo i numeri a determinare il successo di un disco o di un singolo?

Sta cosa di esibire i numeri, le visualizzazioni, gli streams e i riconoscimenti ottenuti sta un po’ sfuggendo di mano, è un po’ come andare in giro con le dimensioni del proprio pene scritte in fronte.

E facci caso, più un prodotto è scadente o è stato criticato, più ne si esibiscono i numeri. Che poi lo sappiamo tutti che i numeri non sempre sono reali, che promo, streaming comprati e un buon investimento su Spotify farebbe diventare una hit anche Pulcino Pio. Ah no, quella è già una hit.

Ricomincio da qui. Pulcino Pio ha ottenuto 5 dischi di platino, La canzone del capitano di Dj Francesco è addirittura doppio disco di DIAMANTE, questo fa di loro delle belle canzoni?

La domanda ovviamente è retorica, perché non sempre una bella canzone o un bel disco vanno a braccetto con i numeri e i riconoscimenti ottenuti. Anzi, oggi è proprio il contrario. Un bel disco è tale quando non è neanche disco d’oro. Guarda L’ultimo a morire di Speranza, per esempio, ma ce ne sono miliardi così, senza dover per forza riesumare perle del passato.

Guarda la classifica Fimi di questa settimana: primo posto Plaza di Capo Plaza, secondo Famoso di Sfera Ebbasta. Sono forse due capolavori del rap italiano? O al contrario hanno ricevuto parecchie critiche? Eppure alla gente piacciono, le major hanno investito bene in promo e di conseguenza fanno i numeri. Ma numeri e qualità non vanno sempre a braccetto.

E fa un po’ un po’ ridere sta cosa, perché il rap italiano non puoi criticarlo, soprattutto se fa numeri, non puoi dire “non mi piace“, né “c’è di meglio“, ma quando arriva il nuovo tormentone estivo dei Boomdabash con Alessandra Amoroso, che lo canti ormai per osmosi e che fa numeri da capogiro, puoi dire che fa schifo, anzi lo devi dire.

Spesso le classifiche servono solo e soltanto alle case discografiche e a pompare l’ego degli artisti. Già leggere “la classifica dei dischi più venduti della settimana” è una cazzata, pensa quanto lo è “la classifica dei singoli più venduti della settimana”. Non si vendono singoli, intesi come cd singoli dalla fine degli anni ’90, la vendita dei cd e in caduta libera e allora più che singoli e dischi venduti, sarebbe più corretto dire streammati.
Che poi, sappiamo tutti come sia facile fare numeri fake con gli streaming. Quindi di fatto quei numeri ci dicono ben poco. Ci dicono che il prodotto piace, che è stato fatto un grande lavoro di marketing, che probabilmente è un successo, ma non necessariamente che è un prodotto di qualità.

Il successo non è dato solo dai numeri, ma anche dal potere di quel determinato disco o singolo di restare, di cambiare il panorama musicale attuale e di dare un’impronta per il futuro. Il successo non sono solo numeri e la qualità molto spesso è molto lontana dal successo. Questo ovviamente lo vedremo tra qualche anno, è lì che capiremo quali dischi e singoli di oggi hanno avuto realmente successo.

Ecco perché continuare a vedere numeri esibiti sui social, come a dire “dite che il mio disco fa schifo, ma guarda quanti streams ha fatto” è alquanto ridicolo. Perché potrà aver fatto anche miliardi di streams, ma resterà tra uno, due o dieci anni?

Avrà mai il successo di un disco come Così com’è degli Articolo 31, che, uscito nel lontano 1996, oggi riceve un altro disco d’oro arrivando a doppio disco di diamante?

Non solo, il successo di un artista non è dato solo dai numeri, dagli streams che esibiscono o dalla posizione in classifica, ma dai live. Ok che ora i concerti sono fermi, ma ci sono artisti con milioni di streams che non riempirebbero neanche il bar sotto casa e artisti, magari con meno streams e con posizioni più basse in classifica che riempiono con estrema facilità stadi e palezzetti. Ecco perché il successo non è direttamente proporzionale ai numeri.

E come dice Gemitaiz, ora basta un pezzo orecchiabile per entrare in classifica ed essere riconosciuti come artisti.

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