Come cambierà la musica in previsione del riavvio dei concerti?

Mi sono fatta un bel giro di pensieri, un po’ di seghe mentali, diciamo, perché alla fine con questa zona rossa, che a giorni alterni, come negli anni ’90 le targhe, diventa arancione, gialla e di tutti i colori dell’arcobaleno, di tempo per pensare ne ho a iosa. E allora mi sono chiesta: come cambierà la musica in previsione del riavvio dei concerti?

Da un anno ormai è tutto fermo e penso che l’ultimo evento a cui sono stata è stato il party per la presentazione di DNA di Ghali mi sembra che sia passata una vita.
La musica non si è fermata grazie a Dio, a un certo punto si è rallentata. Molti artisti, come Sfera Ebbasta hanno posticipato l’uscita del disco sperando che la pandemia ci desse tregua, ma a una certa l’hanno fatto uscire, per forza, non si può aspettare all’infinito.
Così i dischi sono usciti, gli Ep pure, i singoli anche. Abbiamo bisogno di musica, ma cos’è la musica senza condivisione? La musica non è fatta solo per essere ascoltata nei nostri telefoni, o in macchina, è fatta anche per essere vissuta. Purtroppo la musica uscita da un anno a questa parte ha fatto solo da colonna sonora alle nostre giornate, passate in casa, con pochi amici, con poche passeggiate e senza la possibilità di essere condivisa. Il bello della musica, e soprattutto della musica rap, è il fatto di poterla condividere, non solo con gli amici, ma anche con migliaia di sconosciuti in un club, a una festa, a un concerto. Così la musica diventa esperienza, ricordo, emozione e riesci a viverla appieno. Sentire una canzone o un disco nelle cuffiette non è la stessa esperienza che sentirla dal vivo, saltare, cantare, ballare, sudare, ridere e divertirsi. Quindi, per dirla come nelle pubblicità delle Fonzies, abbiamo goduto a metà.

Lo stesso credo che valga per gli artisti. Fare un disco in studio e pubblicarlo è solo il primo step che ti porta poi a quello che più ami fare: portare quella musica dal vivo e condividerla con il tuo pubblico, compreso con quello stronzo che sotto palco ti fa il dito medio. Il palco è un po’ il fulcro di tutto, per gli artisti e per noi.

Ora non abbiamo la palla di cristallo, non sappiamo quando potremo tornare a un concerto, e vista la situazione molto probabilmente non sarà nel 2021. Come cambierà quindi la musica?

Nel 2018 è uscito Playlist di Salmo, dopo il primo tour nei palazzetti, per il 2020 era previsto San Siro, sappiamo tutti che la data è stata posticipata nel 2021. Nella più rosea delle possibilità andremo a un concerto di un disco uscito tre anni prima, nella più nefasta, essendo lo stadio una location estiva, quattro anni dopo. Mi dirai, cazzo me ne frega, basta andare a un concerto, cantasse ciò che vuole. E sono d’accordo. Ma in tre/quattro anni anche il pubblico di Salmo può essere cambiato e sentire canzoni vecchie sarebbe davvero strano. Facendo questo ragionamento ho pensato a Marracash, che ha dovuto rimandare al 2021 il tour di Persona e che ha dichiarato che quest’anno pubblicherà un nuovo disco. Ecco, verosimilmente sarà un po’ così per tutti gli artisti che hanno un disco uscito da due anni e un tour in sospeso.

Forse uscirà più musica, e forse ci sarà meno attesa tra la release di un disco e il successivo.

Forse sarebbe stato meglio annullare le date come hanno fatto molti artisti, anche stranieri che avevano date in Italia, rimborsare i biglietti e rifare tutto da capo quando questa pandemia ci permetterà di tornare a vivere appieno. Perché mi immagino gente con i biglietti acquistati uno o due anni fa che li tengono lì e aspettano di sapere se e quando quel determinato concerto si farà.

Del resto, non possiamo fare altro che aspettare, goderci la musica che esce nella speranza di poterla vivere e condividere presto.

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