Secondo il Ministero della Cultura non c’è nessuna disparità tra concerti ed eventi sportivi
Il Ministero della Cultura, tramite una nota rilasciata dal suo ufficio stampa, risponde, o prova a mettere una toppa alle polemiche scaturite dopo il concerto di Salmo ad Olbia.
Nella nota, non si parla di quel concerto nello specifico, ma di come il settore dello spettacolo e della musica dal vivo non siano stati dimenticati, ma al contrario presi in considerazione tanto quanto lo sport.
Di fatto il Ministero della Cultura ha provato a dimostrare che la disparità tra live e sport, sottolineata da Salmo nella lettera letta durante il concerto e indirizzata allo Stato, non sia reale, ma frutto di immaginazione.
“Le disposizioni di sicurezza attualmente in vigore in zona bianca – si legge nella nota del Ministero della Cultura – prevedono posti a sedere preassegnati, obbligo di mascherina, distanziamento e green pass per tutti. Inoltre, per gli spettacoli al chiuso, fino a 2.500 spettatori, non c’è nessun limite di capienza dei locali mentre, oltre i 2.500 spettatori, vige il limite massimo del 35% di capienza, lo stesso limite che viene applicato invece agli eventi sportivi anche sotto la soglia di 2.500. Per gli spettacoli all’aperto, fino a 5.000 spettatori, nessun limite di capienza degli spazi, mentre oltre i 5.000 spettatori viene applicato il limite di capienza del 50%, lo stesso applicato agli eventi sportivi anche sotto la soglia dei 5.000“.
Tutto molto bello, ma è davvero così? L’impressione è che regni l’anarchia più totale e che, anche se ci siano delle norme, non vengano affatto rispettate nè fatte rispettare da chi di dovere.
Non solo, se è vero che le norme ci sono e che non sono stati chiusi occhi sugli eventi calcistici, perché molti concerti e festival continuano ad essere rimandati?
Solo lo scorso mese il Nameless Festival ha deciso di rimandare l’edizione prevista per settembre al 2022 perché non sono arrivate disposizione chiare per lo svolgimento dell’evento.
Viene quindi da pensare che la nota stampa del Ministro della Cultura sia una sorta di paraculata volta a placare polemiche e critiche.