Sacrosanto di Dj Shocca – la recensione di Rebel
Back to the 90s.
Dj Shocca ci ha fatto fare un bel viaggio negli anni ‘90. In quel periodo in cui il rap si faceva per passione, perché alla fine nessuno in Italia l’aveva ancora reso una professione. Era il periodo degli scratch, delle rime al Muretto di Milano, dei pantaloni larghi, di chi si riconosceva solo per come era vestito. Era il periodo delle rime. Dovevi spaccare. Non c’erano cazzi. Dovevi spaccare.
Sacrosanto è il titolo del nuovo disco di Dj Shocca, che ci ha riportato in quel periodo, provando a mettere qualcosa di contemporaneo a livello di suono, ma restando comunque ancorato a quegli anni. E il disco può suonare vecchio e obsoleto alle orecchie dei più giovani, ma farà scendere una lacrimuccia a chi ha vissuto quel periodo.
Sacrosanto di Dj Shocca è una perla rara, un piccolo gioiellino composto da sole 8 tracce, ma con solo bombe. Ha praticamente radunato una squadra di MC, di numeri uno apprezzatissimi da tutti gli appassionati del genere cresciuti a pane, rap e 60 Hz. Frank Siciliano, Mistaman, Madbuddy, Egreen e Ghemon, Danno, Ensi, Emis Killa, Kaos, Gemitaiz, Inoki, Mattak, Mostro, Nerone, Nitro, i Sottotono e Sissi sono i protagonisti di queste tracce iper hip hop.
Rime, scratch, punchlines sono gli ingredienti di questo disco, sacrosanto di nome e di fatto, sacrosanto come chi ritiene ancora che il rap sia sacrosanto.
Eppure questo è uno di quei dischi che, seppur ben fatti, lasciano il tempo che trovano. Non è un disco fatto per le classifiche, nè per i numeri, è più un disco fatto per passione, per la voglia di fare rap con un gruppo di amici, per sputare barre su un beat.