Innocente di Baby Gang – la recensione di Rebel
Pensavo peggio. Pensavo decisamente peggio. E invece Innocente di Baby Gang mi ha stupita. Calmi, non sto dicendo che sia un capolavoro, il disco dell’anno, nè la punta dell’iceberg della carriera di Baby Gang, ma devo dire che da EP 1 a Innocente è migliorato parecchio. Certo, fare peggio era praticamente impossibile, soprattutto perché questa volta e per la prima volta Baby Gang può contare su producer affermati e collaborazioni di tutto rispetto.
Guardando la tracklist e la lista dei featuring in particolare è chiaro che Baby Gang oggi ha finalmente l’appoggio della scena. È riuscito a piazzare featuring con i nomi più importanti, da Guè (che vabbè fa feat con tutti ma lo ha anche citato in Madreperla), a Lazza, Ghali, sua maestà Lacrim e pure inaspettati come Baby K. E potrei dire che Baby K è un po’ alla frutta ultimamente e che non azzecca una hit estiva da tempo, ma facciamo finta che non l’ho detto. Proprio Reggaeton, tra l’altro, è il brano che non ti aspetti da Baby Gang e soprattutto non ti aspetti di sentirlo con Baby K, ma oggettivamente non è per niente male.
Il nostro Baby è passato da delinquente a innocente in un attimo, ma in questo passaggio, che sicuramente non può non tenere conto delle sue vicissitudini giudiziarie, è migliorato a livello artistico, anche nella scrittura dei testi e nello sperimentare sonorità diverse tra loro.
Lui continua la sua narrazione cruda e cupa, e va benissimo così, del resto è esattamente quello che tutti ci aspettiamo da lui e sarebbe strano il contrario, ma è riuscito a fare un upgrade anche a livello di ritornelli e melodie. Gli argomenti sono ancora per lo più street e anche questo va bene, considerando il fatto che è quello che conosce meglio e che ha vissuto maggiormente. Del resto il disco lo ha scritto in comunità e non potrebbe che seguire il filone cupo che lo ha da sempre contraddistinto ed essere influenzato dai recenti avvenimenti e da quello che sta vivendo.
Eppure dal punto di vista del flow deve ancora lavorare molto. Le tracce sembrano tutte uguali, tranne qualche piccola e rara eccezione in brani come Reggaeton con Baby K, o in Tiffany con Ghali, o in Cella 4, che, insieme a Tony Montana con Guè, è uno dei pezzi migliori del progetto.
Eppure, con artisti come Guè, Lazza ed Emis Killa, Baby Gang dimostra di essere una spanna sotto se non di più, tanto che quando arriva il feat tiri quasi un sospiro di sollievo, ma un po’ è dettato dal suo stile e dal suo flow spesso monocorde e un po’ dal fatto che sicuramente è ancora acerbo.
Dal punto di vista sonoro, invece, è un beat boom bap ad aprire la tracklist con Cella 4, proseguendo lungo tutto l’album in perfetto equilibrio fra cassa dritta, mix di ispirazioni francesi, trap, dembow e molti altri ritmi fra influenze Latin e Arab che si mescolano diventando sperimentazioni inaspettate, e che danno al progetto un respiro estremamente vario e internazionale.
Questo è sicuramente un punto a favore per Baby Gang e per i produttori che hanno lavorato al disco. Spazia tra diversi generi, ma riesce ad avere un filo conduttore unico che si lega perfettamente con lo stile e con il mood di Baby Gang.
In sostanza Innocente non è un lavoro da buttare, è interessante, ben fatto, ma Baby Gang ha ancora tanta strada da fare. Credo possa essere il primo passo, un punto di partenza, sicuramente non quello di arrivo. Ma resta sicuramente una sorpresa.