L’Amore di Madame – la recensione di Rebel

Che disco ha fatto Madame! Un concept album di altissimo livello, un fottuto capolavoro.

Dal punto di vista tematico, lirico, sonoro, ma anche di approccio alla musica, L’Amore è uno di quei progetti che ascolti e prima pensi “grazie, grazie, grazie c’è ancora qualcuno che fa musica, che fa arte”.

Perché L’Amore è arte. Ti rapisce questo disco, ti emoziona, ti fa venire la pelle d’oca, ti fa scendere le lacrime, ti fa persino eccitare e ti lascia un segno.

Ovviamente il tema centrale è l’amore e onestamente io non sono avvezza ai brani love, ma non si può che essere rapiti dalle parole di Madame, dal suo saper giocare con la voce e con la musica, dal suo riuscire a parlare a tutti con estrema naturalezza.

Lei ti stupisce perché riesce a raccontare l’amore in un modo che esula completamente dagli stereotipi della musica pop e melodica. Da quello che da sempre abbiamo associato alle canzoni d’amore.

Quello di Madame è un amore non convenzionale, quello che spesso non viene raccontato, perché riguarda i “diversi”, le persone che stanno ai margini, è un amore controverso e forte. Spesso difficile, ma intenso.

Madame con questo disco ha portato la musica urban a un altro livello, dandole nuova vita. Parlando e cantando in un modo a volte imperfetto, ma sempre di forte impatto. Fa strano pensare che a soli 21 anni sia riuscita a fare un disco del genere, a parlare, cantare e trasmettere in questo modo. L’Amore è uno di quei dischi che non puoi solo ascoltare, ma che inevitabilmente senti. Ti parla, ti colpisce, ti smuove qualcosa dentro, a volte ti accarezza, mentre altre è un pugno nello stomaco.

Dal punto di vista sonoro, il disco suona, pop, hip hop, anni ‘70, elettro, taranta, latin, techno e ogni sonorità è cavalcata alla perfezione da Madame, che ora ha tutte le carte in regola per diventare una regina della musica italiana.

Sicuramente non è un disco facile, non è immediato, è un po’ il disco che non ti aspetti, ma che ti sorprende, rapisce ed emoziona.

Che dire… brava Francesca!

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