La pagella di Rebel della prima serata del Festival di Sanremo 2025

Un po’ noiosetta la prima serata del Festival di Sanremo 2025. 

Sottotono rispetto alle edizioni precedenti, ringrazio Carlo Conti di cuore per aver tolto i monologhi e aver dato più spazio al motivo per il quale milioni di italiani stanno incollati alla tv, la musica e le canzoni. 

Peccato che quest’anno tutti i cantanti in gara siano stati bravi a fare i compiti a casa. Ci sono canzoni carine, è da stamattina che sento ovunque elogiare Cristicchi e Giorgia e ok, belle canzoni, belle voci, bei testi, ma Cristicchi ha fatto Cristicchi, anche un po’ paraculo nella scelta dell’argomento affrontato nella canzone, e Giorgia ha fatto Giorgia.

Non ho visto nessuno osare. Nessuno che ti faccia dire wow, manca il fattore Mahmood. Quello che ti dà un po’ di verve.

Voto 8 ad Rkomi per aver scoperto il gerundio e averlo messo ovunque nella canzone. A parte gli scherzi, Il ritmo delle cose è una canzone piacevole, con un bel ritmo, interessante, che non ti lascia di stucco, che si inserisce nel contesto e nella discografia di Rkomi, fatta bene, ma senza quel fattore in più.

Voto 8 ad Achille Lauro. Questa volta Lauro non ci è cascato di nuovo. Ha optato per la sobrietà lasciando da parte gli eccessi e l’eccentricità. Ha portato una canzone indubbiamente bella, alla Lauro. E chi lo segue da sempre lo sa. Incoscienti giovani segue il filone conscious e profondo di Lauro, che da sempre ha brillato con brani di questo tipo.

Voto 5 a Rose Villain che ci ha portato il sequel di Click Boom. La canzone è sulla stessa lunghezza d’onda di quella dello scorso anno, niente di nuovo. 

Voto 7 a Fedez, che era super emozionato, ma che comunque ha saputo essere sobrio. Per ora non si prevedono baci all’orizzonte, del resto Rosa Chemical non c’è. Battito è una bella canzone, con un testo profondo e devo dire ben interpretata, ma anche in questo caso niente di nuovo. Fedez ha fatto Fedez.

Voto 9 a Tony Effe. Tony Effe è uscito da Tony Effe. E per questo merita. Ha sperimentato, ha fatto qualcosa che non rientra nel suo repertorio, è uscito dalla sua comfort zone, ha studiato, è migliorato tantissimo. Damme na mano non è la canzone che ti aspetti da Tony Effe, è un omaggio alla canzone romana con citazioni a Califano e a Gabriella Ferri. Non è un capolavoro, ma è sicuramente da apprezzare che in questo Festival dove tutti hanno fatto il compito a casa, lui non lo ha fatto. 

Voto 8.5 a Bresh. La tana del granchio è una canzone pazzesca, cantautorale, fresca, piena. Bresh emoziona tantissimo e sono sicura che diventerà un big della canzone italiana.

Voto 10 a Shablo.

Finalmente lo possiamo dire ad alta voce: FINALMENTE IL RAP A SANREMO.

La mia parola con Guè, Tormento e Joshua è un brano pazzesco, mega street e mega hip hop. E posso dire che è l’unica canzone in gara che palesemente non è stata fatta per compiacere il pubblico del Festival.

Al di là del fatto che le canzoni di cui ho scritto e che tutte le altre altre in gara, chi più chi meno, siano comunque belle canzoni, ben scritte e ben interpretate, ho trovato nei cantanti poco coraggio. Praticamente tutti, a parte Tony Effe e Shablo, hanno fatto il compitino a casa per accontentare il direttore creativo e il pubblico, restando fedeli a quello che hanno sempre fatto, senza osare, ma portando esattamente quello che ci sarebbe aspettati da ognuno di loro. In questo clima abbastanza piatto e omologato, non può non spiccare Tony Effe, che pur con le lacune del caso, ha avuto coraggio. E non può spiccare Shablo, che avrebbe potuto portare un pezzo urban, scegliere compagni di viaggio più adatti a Sanremo, ma ha voluto portare l’hip hop e lo ha fatto nel migliore dei modi.

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