La pagella delle uscite settimanali

8 a Dio lo sa atto II di Geolier

In un mare di deluxe che di lussuoso hanno solo la parola deluxe, il secondo atto di Dio lo sa di Geolier alza l’asticella. Ok, potremmo dire che gli piace vincere facile vista la “concorrenza”, ma in realtà queste nuove 8 tracce alzano davvero l’asticella del disco, che già di per sè era un buon progetto. Geolier ha la capacità di arrivarti dritto, di emozionarti e farti entrare nel suo mondo, nei suoi pensieri, di farti assaporare la sua rabbia, le sue emozioni, di farti vivere quello che ti sta raccontando. E non è scontato, soprattutto oggi.

7.5 a Lettera Q di Nayt

Attraverso un attento lavoro sulle parole, Nayt ci spinge a fermarci, riflettere, e ascoltare davvero, in questo disco sicuramente dal sapore cupo, ma assolutamente non pesante e ben riuscito.

L’album parla della possibilità di interrompere i pattern, spezzare i loop, le catene, i cicli come il simbolo della lettera Q. In questo lavoro Nayt si è interrogato sul periodo che stava vivendo e sul significato che avesse per lui il cerchio che viene spezzato.

Il risultato è un dialogo aperto che invita ad una crescita personale e collettiva, in una conversazione che supera il monologo e respinge l’imposizione. L’artista, nel disco, infatti, approfondisce argomenti che riguardano il suo rapporto con la società, con il femminile, con la sua generazione, quelle future e quelle passate. Tutto cercando di porre delle domande che portino verso una direzione di crescita, progresso, evoluzione. 

7.5 a Wild di Ensi

Ensi è un fuoriclasse, niente da dire. E non è solo una questione di tecnica, di flow che buca, di barre perfette e parole che hanno un significato, è proprio che Ensi aggiunge alla perfezione della sua tecnica un quel non so che che ti entra dentro e ti cattura. Wild è un banger, cupo, notturno se vogliamo, ma potente, dove ogni parola è una mina.

6 a Fast Life di Néza feat. Neima Ezza 

Un buon pezzo, non eclatante e di certo non un banger, ma pulito e fatto bene. Non lascerà probabilmente il segno, ma è fatto bene e almeno non è pieno dei soliti cliché che sentiamo quotidianamente.

6 a Lontano di 18K ft. Bnkr44

Hai presente quei quadri multicolor dove non capisci che cosa volesse realmente rappresentare l’autore, ma che comunque ti piacciono? Ecco Lontano è un gran casino di colori, di rumori, ma comunque, pur non essendo un capolavoro, gasa e ci sta.

6 a Uomo semplice di Nello Taver ft. Shade

Posso dire che una cosa del genere l’avevano già fatta gli Articolo 31 con Italiano medio tipo 20 anni fa è decisamente meglio? Ma vabbè, questo pezzo di Nello Taver è un po’ come i cinepanettoni di Vanzina o le canzonette del Pagante, trash, divertenti e alla fine ci sta pure. Che dire di Shade, alla fine non ha fatto proprio una bella fine.

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