La pagella delle uscite della settimana

6.5 a Leggendario di Side Baby

Side Baby è cresciuto, ha compiuto 30 anni proprio il giorno in cui è uscito Leggendario, eppure è rimasto sempre lo stesso. Il suo racconto, le sue rime crude, la strada, Roma, il suo passato fatto anche di abuso di sostanze si mischia con il presente, dove ricopre il ruolo di padre, nelle 13 canzoni che compongono Leggendario.

A fianco di brani potenti, che picchiano in testa e che sono delle vere hit, come F*UCK THE CLUB UP con Diss Gacha, CONVOGLIO con Tony Effe, NA/RM e MIRACOLI con Franco 126, ce ne sono altri che risultano estremamente ripetitivi nel racconto e se vogliamo nel flow. Di fatto Side Baby è sempre Side Baby e questo può essere visto come un pregio o come un difetto.

8.5 a Zeri in più di Lazza feat. Laura Pausini

Che gli vuoi dire a Lazza? Che spacca punto e basta. Il brano è una mina da tutti i punti di vista a iniziare da Laura Pausini che è uscita completamente dalla sua zona di comfort e ha portato qualcosa di assolutamente non convenzionale. Apripista dell’album, con la sua intro melodica ispirata al brano spagnolo “Una locura” di José Luis Perales, il singolo spariglia tutti i pronostici per portare l’asticella ancora più in alto nella scala della sperimentazione: non il classico pezzo pop, ma un banger dalle batterie essenzialmente trap, che arriva dritto come un treno, e dove la voce della regina della musica italiana nel mondo si svela in una veste totalmente inedita, per spingersi in un territorio introspettivo profondo e complesso. 

Il risultato è un brano crudo e viscerale, che apre il disco e ne sintetizza immediatamente il concept: zeri in più, problemi in più, la mia locura. 

5 a Street Life di Paky

Inizio con un unpopular opinion: Night Skinny, che ha prodotto il beat, poteva fare decisamente di meglio. Su Paky stendiamo un velo pietoso. Il brano vuole essere ovviamente street con il suo racconto di droga e di spaccio fatto in modo diretto e crudo, ma purtroppo risulta estremamente basic e senza alcuna ricercatezza a livello di stile. Un piattume totale.

6.5 a Di Caprio di Fedez feat. Niky Savage

È un brano estremamente provocatorio alla Fedez, o comunque come non sentivamo Fedez da un po’. Qui ci parla di una ragazza che vuole fare la bella vita, ma lui le risponde non sono Di Caprio. È interessante sicuramente anche la strofa di Niky Savage, che omaggia Fedez con “dai cazzo Federico” e lancia una frecciatina a Chiara Ferragni e al caso Balocco “Chiavo un c**o a panettone, ma non è Balocco. Me la sto mangiando tutta come Hannibal Lecter, non puoi comandare chi c’ha il sangue del blocco. Non parlare male di chi ti tira le orecchie. Bella Fedez, fuck alle ex”.

Nel complesso è un banger piacevole, ironico, provocatorio e facilmente canticchiabile.

6.5 a Nino Nino di Emis Killa feat. Merk & Kremont & Massimo Pericolo

Cassa dritta e sound up, questo singolo segna la reunion tra Emis e Pericolo, dopo il brano “Moneylove”. Fin dal primo ascolto non si può non notare che Nino Nino è una hit. Il racconto è una sorta di dedica a una donna bellissima, una di quelle per cui si farebbero follie e, proprio come un colpo di fulmine, il brano dà subito la carica e ti resta in testa immediatamente complice sia il beat incalzante dei due dj, sia il ritornello estremamente catchy.

7 a Per Sempre di Artie 5ive feat. Bresh

Artie 5ive continua a stupire a mostrare nuovi lati di sé dimostrando sempre di essere uno degli artisti più forti e interessanti del momento. Il brano è la sintesi perfetta tra il cantautorato italiano e tutto il rap conscious, una versione moderna di quel mondo per un testo che parla di un momento di riflessioni e considerazioni sulla direzione che sta prendendo la vita, un “tirare le somme” proprio del mese di settembre che rappresenta sempre un nuovo inzio.

6 a Santorini di Giaime

Non male, decisamente non male questo nuovo singolo di Giaime, che ormai da anni ci prova e a volte mi ha dato l’impressione di essere arrivato al punto di non saper più che pesci prendere. Ancora una volta ha cambiato direzione in questo singolo, che se dovessi classificarlo lo definirei sulla buona strada verso l’urban. Quello che gli manca non è da imputare al testo, che è scritto davvero bene, nè al flow di Giaime che tecnicamente è molto forte, ma al beat. Se Santorini avesse un beat fatto da un fuoriclasse come per esempio Drillionaire sarebbe una mega hit.

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