Com’è nato il fenomeno dello skrt?
Lo “skrt”, o “sku”, o ancora “skurt”, che dir si voglia, è nato per riprodurre il rumore di un pneumatico che sgomma sull’asfalto, ovviamente di una mega macchina di lusso. Ed è diventato un fenomeno mondiale che per diverso tempo ha accompagnato la trap, diventando uno dei suoi segni distintivi.
C’è chi dice che siano stati i Migos a inventarlo, chi che sia stato Future, ma di fatto è difficile dire chi sia stato il primo a usare lo skrt, che nient’altro è che un riempitivo.
È dal 2015 che gli skrt cominciano ad apparire ovunque: “Uber Everywhere” di MadeinTYO, “SKRT” di Kodak Black, “Skrrt Skrrt” di 21 Savage, “Halftime” di Young Thug.
Ma come spesso accade nella musica e non solo, quello che diventa un fenomeno a volte ha radici più lontane. Lo skrt viene ovviamente associato alla trap, ma lo troviamo anche in brani dei primi anni 2000, come in “Skirt Out” di Daz Dillinger del 2003, “Ridin’ Spinners” dei Three 6 Mafia, “Still Fly” di Mannie Fresh del 2002.
Eppure, se proprio vogliamo dire chi sia stato il primo a usare lo skrt, dobbiamo andare ancora più indietro nel tempo, dimenticarci la trap e Atlanta e finire nel 1993. C’è una canzone di B-Legit, si chiama “Way Too Vicious”, è in collaborazione con E-40 e c’è lo skrt. “Arriva la polizia / Il nostro programmino è saltato / Ora dobbiamo fregarli, skrt skrt / Gira un paio di angoli, funzionerà” si legge nel testo.
Eccolo lì: il primo skrt della storia.
Perché nel rap è importante sapere chi è stato il primo a fare qualcosa. Beh, poi lo skrt, sebbene forse ci sia sempre stato, è diventato un fenomeno anni dopo, ed è indissolubilmente legato alla trap, con la quale ha un po’ perso il suo significato originario di imitare il suono delle gomme sull’asfalto e ne ha assunto un altro legato alle trap house: il rumore degli utensili usati per fare il crack. Come dice 2 Chainz in Fork “Skrt, skrt, skrt, skrt, skrt / Usa la forchetta.”
In Italia, se pensiamo allo skrt, non possiamo non pensare a Sfera Ebbasta, alla DPG, che hanno sicuramente cavalcato il fenomeno dello skrt, facendolo di fatto diventare un verso riempitivo, volto a gasare il pubblico e non legato al suo significato originario. È diventato un ornamento, privo di significato, un segno distintivo, come può essere il bubu di Shiva.