
Se ci pensi il film/album BULLY di Kanye West è assolutamente geniale
A proposito di Bully di Kanye West, Gemitaiz su X ha scritto “Kanye completamente impazzito…svastiche bipolarismo dissing misoginia qualsiasi cosa.. poi peró metto play perchè sono curioso e niente. La musica è sempre speciale, unica, nessuno mai come lui. Non riesco a non avere la pelle d’oca”.
E non si può non essere d’accordo con lui. Al di là della follia di certe sue affermazioni, Kanye resta un genio nella musica e uno di quelli che ha sempre fatto qualcosa che poi gli altri hanno “copiato”, un trendsetter.
Penso all’uso dell’autotune e dei sample. E a proposito di sample, è innegabile che il modo in cui Ye li ha usati sia stato innovativo e uno dei tratti distintivi dei suoi primi successi. Pensa ai sample rallentati di canzoni di Chaka Khan, Ray Charles, Daft Punk e altri come hanno poi tracciato un percorso sonoro che innumerevoli artisti hanno seguito da quel momento in poi.
E anche con i sample e la legalità del loro utilizzo Kanye ha avuto problemi.
Con “Donda” e “Vultures” ha avuto diverse cause legali per violazione del copyright da parte di Ozzy Osbourne, gli eredi di Donna Summer, Marshall Jefferson e altri. Eppure lui è riuscito ad aggirare l’ostacolo. Quando Osbourne si è rifiutato di fargli usare il campione della canzone dei Black Sabbath “Iron Man”, West lo ha sostituito con un campione della sua canzone “Hell of a Life”, che conteneva un campione precedentemente autorizzato di “Iron Man”.
Nel suo nuovo film/album, “Bully”, pubblicato su X settimana scorsa nel bel mezzo a di una raffica di post in cui attaccava tutto e tutti, la musica è piena di campionamenti o cover di canzoni come “Close to You”, scritta dal defunto Burt Bacharach e Hal David e resa famosa dai Carpenters; “You Can’t Hurry Love”, scritta dal leggendario team della Motown Records di Holland-Dozier-Holland e resa famosa dalle Supremes; una cover diretta della canzone del 1972 delle leggende del Krautrock Can “Vitamin C”.
Altri campioni includono canzoni meno note come la strumentale “Huit octobre 1971” di Cortex, “Bésame Mamá” di Poncho Sanchez e “Soleil Soleil” di Pomme, anche se la totale assenza di crediti renda difficile averne la conferma assoluta e identicare tutti. C’è persino un campione dell’iconico “Haw-haw!” del personaggio dei “Simpson” Nelson Muntz.
Fa anche sorridere, visti i recenti attriti, che la canzone “Melrose” sembra contenere un verso di Playboi Carti. A proposito di collaboratori, West ha affermato su X che la canzone “Last Breath” vede la partecipazione di Peso Pluma, ma ha anche detto metà delle voci presenti nelle canzoni sono frutto dell’AI.
In alcuni tweet, poi, Ye dice che la sua anima è nera e che questo disco a livello sonoro è nero proprio come la sua anima.
E in effetti in BULLY Ye mette a nudo la sua anima, lo fa in canzoni come Beauty and The Beast, Close To You o Highs and Lows, ma anche in Showtime, che sembra quasi un sequel di Only One. Ma alla fine quello che ti lascia è un continuo tira e molla di emozioni tra isolamento, dolore e dipendenza.
Musicalmente cambia costantemente, le canzoni vengono tagliate bruscamente, le strutture delle canzoni sono insolite e le voci realizzate con l’AI creano una atmosfera strana, quasi come se volesse trasmettere una sensazione di disagio.
L’intelligenza artificiale è un po’ il tratto distintivo di questo progetto, anche se Ye ha già cambiato idea in proposito e ha detto di odiarla e di volerla eliminare. Eppure, qui, l’intelligenza artificiale è utilizzata come un effetto, come ha fatto a suo tempo con l’autotune, per creare un qualcosa che metta come un filtro tra lui e chi lo ascolta. Ci sono momenti pazzeschi e assurdi nell’uso dell’AI, come in “Close To You” dove la voce di Stevie Wonder si fonde con la sua.
E forse non è casuale, forse il messaggio è proprio questo: il desiderio di Ye di sfuggire all’IA e sostituirla con voci vere rispecchia il desiderio di avere voce in capitolo nella sua vita.
E poi c’è il film, che se ci pensi è pazzesco. È stato girato da Hype Williams e da Ye stesso e ha come protagonista il figlio Saint. Intanto il nome BULLY deriva da una storia che ha raccontato su Saint, che fondamentalmente era un bullo. Nel film c’è Saint su un ring con wrestler professionisti, e lui li picchia con estrema facilità. È una metafora davvero interessante, dal momento che il wrestling è una forma di intrattenimento, non è realmente “reale” perché i wrestler qui stanno recitando.
C’è un termine “kayfabe” che indica l’organizzazione di eventi che vengono messi in scena come se fossero reali, ma che in realtà sono programmati a tavolino. In realtà ciò che accade secondo la kayfabe è un qualcosa di studiato a tavolino in un modo simile a quanto visto in altre forme di intrattenimento (ad esempio le rappresentazioni teatrali). Un wrestler che non rispetta lo kayfabe è come un attore che rompe la quarta parete. Ye è quell’attore che rompe la quarta parete e tutti lo ignorano e vogliono che torni a recitare di nuovo.
Secondo me, per quanto certi attacchi di Ye possano sembrare folli, è tutto collegato. La sua lotta all’industria, ai colleghi, al sistema è collegata a Bully, alla musica, e al film.