Perché si sta parlando di tutti i dissing di Eminem a Diddy?
Sappiamo che Sean “Diddy” Combs sta affrontando gravi accuse e incriminazioni federali e che attualmente si trova in prigione senza la possibilità di uscire su cauzione.
N frattempo si vocifera che 50 Cent abbia intenzione di produrre una serie sul suo acerrimo nemico e sono stati riscoperti anche diversi dissing ricevuti da Diddy da parte di Eminem, che nel corso degli anni ha puntato spesso il dito contro il lato oscuro dell’impero del magnate.
Em ha lanciato una serie di feroci frecciatine a Diddy, che, alla luce dei recenti avvenimenti, hanno un non so che di profetico e possono essere lette in modo diverso, quasi come se Em avesse cercato per anni di far emergere quello che ora sta emergendo su Diddy.
La prima volta in cui Eminem ha preso di mira Diddy è stato nel brano “Fucking Crazy” del 1996, dove rappava “Original Bad Boy on the case, cover your face
Came in the place blowed, and sprayed Puffy with Mase”.
Nel 2000 in “Marshall Mathers”, Eminem dice “You little groupie bitch, get off me, go fuck Puffy”.
Nello stesso anno, in “I’m Back”, Eminem ha mandato un’altra frecciatina a Diddy: “Cause if I ever stuck it to any singer in showbiz
It’d be Jennifer Lopez and Puffy, you know this.
I’m sorry, Puff, but I don’t give a fuck”.
Fino a qui i toni erano abbastanza giocosi e ironici, in vero stile Eminem, ma nel 2018 ha tirato in ballo l’omicidio di Tupac e lo ha fatto alludendo al fatto che Diddy sia coinvolto.
Em era nel bel mezzo del dissing con Machine Gun Kelly e nella diss track “Killshot” dice: “Kells, the day you put out a hit is the day Diddy admits that he put the hit out that got Pac killed”.
Nonostante Eminem abbia subito chiarito che stesse scherzando dicendo, “Sto solo giocando, Diddy, sai che ti amo”, in molti si sono chiesti se ci fosse del vero in quelle parole.
Nel 2020, Eminem ha continuato a fare riferimento a Diddy in “Godzilla”, dove ha accennato al famigerato incidente della cheesecake di Making the Band: “They call me Diddy because I make bands, and I call getting cheese a cakewalk”.
La frase è tagliente, non solo come critica ai metodi di Diddy, ma anche come frecciatina al modo in cui Diddy esercitava il controllo su chi era sotto di lui. Em si riferisce a un momento del reality show di Diddy, Making the Band 2, trasmesso su MTV nei primi anni 2000. Lo show seguiva aspiranti artisti hip hop in competizione tra loro per ottenere un posto nel prossimo grande gruppo musicale di Diddy, ma il momento che la maggior parte dei fan ricorda è stato quando Diddy ha fatto camminare i concorrenti per sei miglia andata e ritorno sul ponte di Brooklyn per andare a prendergli una fetta di cheesecake da una pasticceria specifica. Il compito aveva lo scopo di mettere alla prova il loro impegno e la loro resilienza, ma il pubblico ha pensato che Diddy fosse più interessato a umiliare i concorrenti che a coltivare il loro talento.
L'”incidente della cheesecake” è diventato un riferimento culturale che evidenzia come gli artisti emergenti siano talvolta costretti a sopportare compiti ridicoli o degradanti nella speranza di far progredire la propria carriera. Se ciò è accaduto in un famoso programma televisivo, chissà cosa succedeva dietro le telecamere…
Ma il dissing di Eminem a Diddy che sta facendo maggiormente discutere in questo momento è contenuto in “The Death of Slim Shady (Coup De Grâce)” nel brano “Fuel”, dove il rapper dice: “Notorious B.I.G.’s death was the domino effect of 2Pac’s murder, like facial tissue, whose clock should I clean next? Puff’s?
‘Til he’s in police handcuffs, guilty, will he step up?
a R-A-P-E-R
Got so many S-As, S-As
Wait, he didnt just spell RAPPER and leave out a P, did he?…”
E in “Antichrist”, brano contenuto nello stesso album, dove l’umorismo tagliente di Eminem ha preso una piega ancora più oscura: “Next idiot ask me is getting his ass beat worse than Diddy did — But on the real, though, she probably ran out the room with his fucking dildo”.
Mentre le accuse contro Diddy continuano a dispiegarsi, gli anni di insulti pungenti di Eminem dipingono il quadro di un artista che, per decenni, ha espresso il suo disprezzo per il magnate dei media molto prima che le accuse pubbliche venissero alla luce.