
Marracash e Guè accusati di essersi inchinati davanti al boss Nazzareno Calajò
Oggi si parla di Marracash e Guè non per la musica, non per un ipotetico Santeria 2, ma perché sono finiti sotto il riflettori della Procura di Milano. Marra e Guè non sono indagati, ma, come riporta Il Fatto Quotidiano, i loro nomi sono finiti nel fascicolo, perché si sarebbero inchinati davanti al boss della droga, Nazzareno Calajò detto Nazza.
Nazzareno Calajò è stato arrestato a luglio con l’accusa di traffico di droga e a settembre ha ottenuto gli arresti domiciliari. Secondo la polizia penitenziaria, “la famigliaCalajò domina il quartiere Barona e il suo predominio lo ha ottenuto anche grazie al consenso di parte della popolazione residente, alimentato mediante numerose comparse dei principali esponenti della famiglia criminale nei videoclip di famosi cantanti rapper come Guè Pequeno, Marracash e Young Rame il cui tema principale è l’ostentazione del lusso, del denaro facile e l’esaltazione della violenza”.
Il Fatto Quotidiano sottolinea che il 10 luglio, durante il concerto di Guè all’Ippodromo SNAI di San Siro a Milano, il rapper avrebbe salutato pubblicamente il boss: “Nazza libero! Free Nazza! Una mano su”, mentre il 21 settembre 2022 sul palco del Forum di Assago Marracash avrebbe salutato sia Nazza che il figlio Alessandro. “Ci tengo a ringraziare la gente del mio quartiere venuta a queste serate. Mattia, Kalash, Momo e soprattutto il grande zio Nazza. Un abbraccio!” avrebbe detto Marra sul palco e poi si sarebbe inchinato.
Pare anche che i Nazza a giugno avessero creato delle magliette con la scritta “Nazza Libero”, “Verità per Nazza” e che avessero chiesto a Marracash di indossarne una, lui si sarebbe inizialmente rifiutato, ma, sempre stando a quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, Nazza gli avrebbe dato del “traditore e dell’infame” e alla fine Marra avrebbe indossato la t-shirt. Ma di Marra con indosso la suddetta t-shirt non ci sarebbero foto. E quindi neanche prove.
Il Fatto Quotidiano sottolinea, più o meno velatamente, un certo legame tra i due rapper e il boss Calajò, quasi come se questi saluti e inchini li legassero in qualche modo alle sue attività. Un racconto, se vogliamo, pretestuoso, è più verosimile che Nazza sia semplicemente un amico, un conoscente e che per questo sia stato salutato insieme ad altri amici e conoscenti presenti ai concerti dei due rapper, che non per questo debbano avere qualcosa a che fare con il “lavoro” di Calajò, o siano in qualche modo asserviti a lui.
Se Calajò è di Barona, proprio come Marracash, e considerando il fatto che Barona è un quartiere e non una metropoli, è assolutamente normale e plausibile che i due si conoscano, magari da tempo. Una conoscenza presumibilmente umana, che esula dalle rispettive attività e carriere e quindi un saluto a un amico/conoscente è una cosa assolutamente normale indipendentemente dal tipo di lavoro o attività che uno conduce.
E poi ancora, se un rapper sale sul palco e dice “free Shiva”, non vuol dire che ha partecipato al reato di cui è accusato Shiva o che approva necessariamente ciò che ha fatto, più semplicemente ha salutato e mostrato solidarietà a un amico/collega che in questo momento è in carcere. Un saluto non significa nulla di più di un saluto. Si può leggere di tutto e di più dietro, ma resta sempre e comunque solo un saluto e ogni altra libera interpretazione non necessariamente corrisponde alla verità dei fatti.