Luchè e la teoria del complotto: “un nemico ha comprato bot per influenzare il pubblico”

Ci risiamo.

Luchè non ha ancora smesso di piangere. Ma ora va oltre e passa a una teoria complottista.

Luchè sostiene che sia in atto un complotto escogitato “da qualche nemico” per influenzare il pubblico.

Praticamente secondo Luchè il nemico avrebbe comprato migliaia di bot per commentare in modo negativo il suo ultimo disco DVLA e influenzare il giudizio del pubblico.

Chi sarà questo nemico? Salmo? Clementino? Universal? Il nemico immaginario?

Non è dato saperlo, ma sembra si tratti di una trama Orwelliana che fa davvero sorridere. Perché in effetti se non ti è piaciuto il suo ultimo disco e lo hai scritto sui social, non solo non hai capito che Luchè è per pochi, fai anche parte di un complotto. Un complotto davvero ridicolo e improbabile.

E così l’EGO smisurato di Luchè è andato oltre e si è mischiato persino con la paranoia e le teorie del complotto.

Luchè è solito trovare teorie fantasiose e variegate giustificazioni per avvalorare il fatto che se non ha avuto il successo che sostiene di meritare è sempre colpa di qualcun altro.

Della sua ex etichetta, Universal, il cui team è un branco di incompetenti che non capisce niente si musica.

Delle sue origini partenopee “se non fossi stato del sud avrei avuto più successo”, ha detto Luchè in una recente Intervista.

Della scarsa promozione avuta “se in questi anni si fosse parlato di più di me e della mia musica avrei avuto più successo”.

Insomma è sempre colpa degli altri. Fino ad arrivare alla teoria del complotto e del nemico.

Un’escalation davvero assurda.

Luchè ha sfruttato le opportunità per fare promo al suo disco e per parlare della sua musica puntando il dito contro qualcuno e accusando altri del successo che non ha avuto.

Ha criticato i colleghi che virano verso il pop, quando lui fa esattamente la stessa cosa. Ha criticato i rapper che vanno a Sanremo ma non portano rap, ma poi ha dichiarato che vorrebbe andare a Sanremo.

Ha ritirato fuori il vecchio dissing con Capo Plaza e persino quello con Salmo parlando della quantità di follower che ha ottenuto in quella circostanza in un discorso davvero no sense.

Di artisti che avrebbero meritato più successo ce ne sono tanti. Luchè non sarà tra i top player, ma di certo non se la passa male. In fondo DVLA è sesto in classifica Fimi. Non è male. Quindi di cosa si lamenta?

Inventare cose come il telefonino inglese e il nemico che ha comprato bot per creare una shitstorm sul suo disco è davvero ridicolo.

Forse Luchè dovrebbe smetterla di piangere, apprezzare ciò che ha, chiedersi se fa musica per il successo o per vocazione artistica e pensare che tanti, tantissimi grandi artisti hanno ammesso di aver fatto album o canzoni di cui non vanno fieri.

Chiunque può sbagliare. Ma umiltà e onestà dovrebbero essere alla base di tutto. E qui emerge solo una totale mancanza di umiltà.

Parlando di Bot, sappiamo tutti che esistono e che vengono usati quotidianamente. Sappiamo anche come sia facile creare shitstorm sui social. Come basti un commento di un personaggio famoso a creare una valanga di commenti e insulti. O addirittura come si possano creare fenomeni come spingere i propri seguaci a commentare in un modo determinati contenuti.

Del resto qualcosa non torna davvero. Per esempio a 10 minuti dall’uscita di DVLA c’era già gente che commentava flop. Avevano già ascoltato il disco? Improbabile? Si tratta di bot o di semplice hating immotivato?

Se Luchè fosse davvero vittima di un complotto, come del resto aveva sostenuto anche gli Arcade Boyz, ha fatto bene a dirlo ad alta voce. Avrebbe però dovuto portare prove concrete e argomentazioni più articolate. Dicendo solo che c’è un nemico sembra solo il solito piagnisteo e il puntare il dito contro terzi per qualcosa che non sta andando come avrebbe sperato.

Sono dalla parte di chi denuncia ingiustizie e il marcio del rap game e mi auguro che questa storia dei bot venga approfondita e non finisca come il telefono inglese.

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