Locura di Lazza – la recensione di Rebel

Mi ha messa un po’ in difficoltà Locura, l’ultimo disco di Lazza uscito il 20 settembre.

Indubbiamente sta macinando numeri da capogiro arrivando a ottenere la certificazione a platino in una sola settimana mantenendo quindi sempre alto il livello del rapper in termini di numeri, classifiche e certificazioni.

Sui social a proposito di Locura ho letto commenti contrastanti, c’è chi dice che fa schifo e chi che è il disco dell’anno.

Ecco, quando uscì Sirio non avevo dubbi: è stato fin dal primo ascolto il disco degli anni. Quel tipo di disco che farà poi da metro di paragone per quelli successivi.

Non posso dire lo stesso di Locura.

Da una parte Lazza ha seguito lo stesso filone: un banger in apertura, tracce con ritornello super melodico, una canzone rap, diversi featuring, brani destinati a diventare hit e a spaccare dal vivo e più o meno lo stesso numero di tracce.

Però qualcosa non convince. Forse Lazza ha deluso un po’ le aspettative, che erano altissime così come l’hype che si è creato intorno all’uscita del disco. E forse anche questo è parte del problema. Quando ti aspetti troppo resti inevitabilmente deluso. Ma cosa ci aspettavamo da Lazza? Alla fine Locura segue le basi gettate da Lazza con Re Mida prima e Sirio dopo, ne più e ne meno.

Non si può dire che Locura non sia un bel disco, è scritto bene, è cantato bene, ha ritornelli e melodie che canti già dal primo ascolto, ma indubbiamente non si può dire lo stesso delle produzioni.

E proprio sulle produzioni si è aperta una mega polemica nei giorni successivi all’uscita del disco.

Drillionaire riesce sempre a creare produzioni già sentite, non parlo di plagio, ma se vogliamo essere onesti, chi non si è accorto che Locura ricorda Redrum di 21, -3 (perdere il volo) Sticky di Drake, Verdi nei viola Miss the rage di Trippie Redd e Hot Hot di Young Thug? Oppure che il flow usato da Lazza in Fentanyl ricorda quello di Guè in Trentuno Giorni, che poi è lo stesso di Vita di Dalla e Morandi? O ancora, che Dolcevita ricorda 15 Piani di Sfera e che Canzone D’Odio ricorda Non lo sai di Shiva? C’è stato anche chi ha notato che la parte cantata da Laura Pausini in Zeri in Più ricorda il modo di cantare di Massimo Ranieri in Se Bruciasse La Città.

Ora, però, non starò qui a fare il processo alle intenzioni, del resto, come diceva Marracash, “mi hanno copiato così tante idee, tanti flow, che ho capito che nel rap non c’è mio e tuo”.

Inoltre, anche senza voler per forza prendere in considerazione tutto questi “omaggi”, se vogliamo chiamarli così, le 18 tracce risultano spesso ripetitive a livello sonoro. Ecco, 18 canzoni, dove la maggior parte sono tendenti al pop, anche se non amo usare la parola pop, sono troppe. Ascolti il disco e pensi “ok, ora rappa di brutto, ora ci mette un banger alla Zonda, ma non succede, o meglio, succede troppo poco. Questo non significa che Locura non sia un bel disco, lo è, ed è un disco dove si sente che nulla è lasciato al caso e che ogni pezzo ha un senso, un suo mondo ed è stato curato nei minimi dettagli soprattutto da Lazza, che è riuscito a sfruttare al meglio le basi di Drillionaire e creare comunque 18 canzoni, nelle quali il livello in termini di stile, scrittura, testo e flow è altissimo. Eppure il disco non convince al 100%. Anche i featuring sembra che non siano stati sfruttati al meglio, Marracash per esempio non ha dato la sua migliore strofa, Lil Baby l’ho trovato azzardato in un pezzo love e anche con Guè sarebbe potuta uscire una hit migliore. Decisamente meglio invece Ghetto Superstar con Ghali e Casanova con Artie 5ive.

Tracce da ascoltare subito:

Zeri in Più

Verdi nei Viola

Giorno da Cani

Safari

Ghetto Superstar

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