La pagella di Rebel della terza serata del Festival di Sanremo

Ormai è chiaro: Carlo Conti ha voluto un Fesrival altamente tradizionale. A tratti noioso, ma sicuramente senza eccessi e stravaganze, dove persino Achille Lauro è tornato ad essere Achille Lauro e ha appeso le tutine al chiodo. E dove, non si sa per quale motivo, fanno togliere una collana a Tony Effe prima di salire sul palco. E l’ansia. Carlo Conti mette ansia. Ha deciso di fare in fretta, di chiudere prima degli altri anni e per carità non ci lamentiamo, ma mette ansia.

Voto 9 a Tony Effe.

Per due, o forse tre, motivi. Si sta vivendo il Festival a modo suo. Ha fatto pure la marchetta con GCDS per la t-shirt vota Tony, si è incazzato quando gli hanno detto che doveva togliere la collana prima di esibirsi e lo ha detto alla radio ufficiale del Festival, Rai Radio 2. Ieri sera l’ho visto più centrato nell’esibizione, meno teso e più a suo agio. E ribadisco, può piacere o meno, può essere impreciso nel canto, ma è stato l’unico ad aver portato qualcosa che esula dal suo repertorio e ad aver avuto coraggio.

Voto 6 ai Duran Duran. Non ho capito se fossero davvero loro o una cover band. Mi rattrista quando band che hanno avuto un successo planetario, che ricordi quando erano giovani e fighi, e poi te li ritrovi vecchietti.

Voto 8 a Olly.

Finalmente vestito decentemente, o comunque meno peggio rispetto alla prima serata, Olly è la rivelazione di questo Festival a mani basse. Bella la canzone, carica l’esibizione. Convince e parecchio.

Voto 10 a Iva Zanicchi. È a tutti gli effetti una grande diva. 85 anni, una voce pazzesca, umile, gentile, ironica e la donna che ha vinto più volte il Festival di Sanremo, ben tre.

Voto 9 a Shablo.

Mi dispiace che i giornalisti che seguono il Festival stiano dando poca importanza e risonanza a La mia parola. Mi dispiace perché è uno dei brani più interessanti di questo Festival, perché viene portato il rap per la prima volta sul palco dell’Ariston e perché in gara c’è un producer e non un cantante e questa è una rivoluzione a tutti gli effetti e meriterebbe molta più risonanza mediatica di un Cristicchi o di una Giorgia che non hanno portato nulla di nuovo.

5 a Clara. Bella è bella. Figa è figa, ma la canzone è grazie, no grazie, per citare Willie Peyote. Troppa cassa dritta.

6 a Gaia. Vabbè lei con chiamo io chiami tu è già un meme vivente. Una canzone adatta a TikTok, fresca, pop, ma niente di che.

5.5 a Irama. Vestito da Avengers ieri sera, Irama ha portato al Festival l’ennesima canzone da Irama, una di quelle canzoni fatte bene, cantate bene, alla quale non puoi dire nulla, se non che noia. L’ascolti una volta ed è più che sufficiente.

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