La pagella delle uscite settimanali
È uscito qualcos’altro questa settimana oltre a Persona di Marracash? È questa la domanda che mi sono posta, perché qualsiasi altra uscita è passata completamente in sordina, visto l’elevato hype che c’era intorno al disco di Marra.
9 a Persona di Marracash. È un disco maturo, completo, ben curato nel concept, nelle tematiche, nei testi, nel sound. Uno di quei dischi in grado di restare. Questa è forse la costante che differenzia Marra dal resto della scena: far musica che rimane nel tempo e che a distanza di anni non suonerà mai vecchia o inattuale. Persona è un disco più “pop”, passatemi il termine, rispetto ai precedenti, penso al campionamento di Quelli che benpensano, ma anche a T’Appartengo di Ambra, a Un ragazzo di strada de I Corvi, ma anche a quel ti odio ti odio ti odio che ricorda Ti Amo di Umberto Tozzi. Sono molte anche le parti cantate da Marra, che dimostrano un upgrade dal punto di vista canoro. È un disco che non può essere scomposto, perché ti cattura dalla prima all’ultima traccia. L’unica pecca è Madame, troppo giovane e inesperta nella vita per affrontare una tematica come quella della traccia che le è stata affidata, risulta poco credibile, come una Barbie a cui vengono messe le gambe di Ken. Forse sarebbe stata più adatta una voce femminile, la classica cantante italiana, ma più matura. Questo se proprio vogliamo trovare un difetto a un disco che apparentemente non ne ha.
7 a Figlio di Scar di Barracano. Un primo disco che arriva dopo una serie di singoli abbastanza fortunati e prima delle date che lo vedono protagonista insieme a Speranza e Massimo Pericolo. 8 tracce in cui emergono la rabbia, le ferite e i tratti di una vita finora non facilissima, ma che sa di acerbo ancora. Barracano ha commentato Figlio di Scar con queste parole: “Questo è il mio disco, sono contento perché mi somiglia, è ferito ed è tagliato come la cocaina che abbiamo venduto, gli schiaffi che abbiamo preso e dato. È il mio primo disco, ho 21 anni e spero, se Dio vuole, che non sia l’ultimo. È musica partorita nel cemento che suonerò dal vivo nei club insieme ai miei fratelli, per far capire che chi odia non ha sbagliato la vittima ma il sentimento”. Sicuramente sono appropiate, così come sicuramente ha ancora molta strafa da fare per raggiungere un livello e una consapevolezza maggiori.
7 a Salut di Ntò e Speranza. Sembra che tutti vogliano collaborare con Speranza o Massimo Pericolo in questo periodo, anche se la collaborazione tra Ntò e Speranza è nata diverso tempo fa sui palchi campani dove spesso Ntò ha invitato il talentuoso rapper in occasione dei suoi concerti. Salut si compone di testi dalla metrica serrata per entrambi i rapper, che si alternano a parti cantate, muovendosi tra dialetto napoletano e francese, su un beat energico e incalzante. È un brano che richiama le origini di Ntò e che rimarca la sua grande capacità di scrittura.
5 a Solo a me di Jack Out e K beezy 28. Sembra la sigla di un cartone animato, con le vocine da bambini e il suono di un videogioco. Sta volta Jack Out non ha azzeccato nulla, Solo a me è una cantilena asettica, noiosa e stucchevole, della quale non si salva neanche il testo.