La pagella delle uscite settimanali
6 a Giù di Neima Ezza.
Lui ha sempre detto di essere il migliore della Seven 7oo per quanto riguarda la scrittura e le liriche. Oddio, è un po’ come dire di essere arrivati primi quando si gareggia da soli.
Più che il migliore, Neima è il meno peggio. In Giù si nota molto la sua carenza lessicale e la banalità dei testi. Il racconto è sempre lo stesso, noioso, monotematico e scarno. A salvarlo è sicuramente la componente sonora e grazie al cazzo è curata dai 2nd Roof, ma devo dire che Neima Ezza è sicuramente molto acerbo, ma al tempo stesso versatile e ha buoni margini di miglioramento.
Questo suo primo progetto è discreto, ma niente di eccezionale. Di certo non è uno di quei primi dischi con cui poi dovrà fare i conti in futuro.
7 a Evol di Radical.
Evol come evoluzione. In effetti in questo progetto Radical prende la sua matrice punk rock e le dà una nuova dimensione sonora e stilistica. Il disco è un concentrato di energia, rabbia e adrenalina. Le tracce sono cariche, esplosive e coinvolgono immediatamente l’ascoltatore. Un mix di 12 brani banger ed energetici, spunti nostalgici e cupi e momenti scanzonati e happy, come Dua Lipa e DaBaby con Rosa Chemical.
Evol è un progetto atipico nell’attuale panorama urban italiano, che si discosta molto dagli argomenti e dalle sonorità che siamo soliti ascoltare.
6.5 a Respira di Samurai Jay.
Dopo aver collaborato con tantissimi artisti della scena, Samurai Jay ci propone un Ep in cui lui è l’unica voce e DANI l’unico producer.
L’Ep attinge dall’immaginario d’oltreoceano, un mondo che l’artista ha potuto toccare con mano grazie ad un viaggio fatto a Los Angeles, sia per la parte visuale del progetto sia per l’anima pop punk insita nei brani, uno stile rivisitato e riletto in chiave innovativa e personale.
In questo progetto Samurai Jay si muove alla ricerca di una nuova identità musicale e stilistica che possa rappresentarlo completamente e che si discosta dai suoi lavori precedenti.
Il risultato è molto buono, fresco, energico e coinvolgente.
7 a Autoritratto di Zoda.
È sicuramente il disco più sperimentale e personale di Zoda. Carico di racconti intimi, cupi e nostalgici, che trovano il loro apice in Problemi d’ansia, una traccia intrisa di tormento interiore.
Il disco è caratterizzato da sonorità Hip-Hop/Lo-fi con colori alternativi, si passa dalla trap a brani con sfumature più Punk-Rock, con un alternarsi di atmosfere cupe e psichedeliche a ad altre più brillanti e morbide, lasciando trasparire anche contaminazioni elettroniche e R&B. La prima parte di Autoritratto è più introspettiva e cupa, la seconda è più morbida e brillante. Quasi come se ci fosse un primo e un secondo atto divisi da un brano strumentale con batteria acustica e chitarre malinconiche.
Zoda ha fatto davvero un ottimo lavoro, sia a livello di testi e contenuti, che spesso sembrano quasi un diario scritto per sfogarsi e tirare fuori quello che lo tormenta, sia a livello sonoro. Ha cavalcato alcune tendente attuali, ma senza abbracciarne nessuna e rendendole personali.
Il risultato è un disco intimo, onesto e sperimentale.
6.5 a Lucifero di Emis Killa.
In quanti faranno sesso questa estate sulle note di Lucifero?
Emis Killa ci presenta il suo tormentone estivo, un po’ latineggiante e un po’ melodico all’italiana con un gusto retrò.
Un brano cupo e sensuale con un beat travolgente, scritto con Fred De Palma e Federica Abate, di cui si sente tantissimo l’impronta, così come si nota la mano di Boss Doms alla produzione. Onestamente mi aspettavo di più da Emis Killa, che invece ha fatto il compitino tanto per far uscire una hit estiva.
7 a PAMPAMPAMPAMPAMPAMPAM di Irama.
Ci voleva proprio là hit estiva di Irama. E per quanto sia un po’ la solita hit da ballare tutta l’estate, oggettivamente spacca.
Il brano è un mix esplosivo urban con influenze caraibiche e tropicali con uno slang cosparso di italiano, spagnolo e inglese. Dal punto di vista sonoro, Irama sperimenta ancora e ci porta un brano dembow, genere originario della Giamaica. Almeno non è il solito reggaeton.
5.5 a Tête di AVA con Medy e Villabanks.
Il singolo è un omaggio all’intramontabile hit del panorama dance “Stereo Love”pubblicata nel 2009 e firmata da Edward Maya e Vika Jigulina, rivisitata in chiave urban da AVA con Medy e Villabanks per la prima volta insieme.
Il risultato è una lagna mostruosa. Uno di quei brani che non vedi l’ora finiscano.
5 a A Te di Il Ghost.
Se fossi la lei a cui è dedicato questo brano, giuro che lo bloccherei su whatsapp, social e tutte cose.
A livello sonoro è noioso mentre a livello di testo, liriche e lessico sembra una poesia scritta da un bambino di seconda elementare.
5.5 a Tori Sedute di Shade e J-Ax.
SHADE è uno di quelli che dorme tutto l’anno e si risveglia in estate per pubblicare la sua hit estiva, anche se ormai saranno due o tre anni che i suoi tormentoni non spaccano più. E quindi ci prova con J-Ax che è una sorta di garanzia per brani di questo tipo.
Il risultato è una canzone estiva perfetta per essere suonata e ascoltata alle giostre di paese.
7 a Pasta di Tananai.
Se l’unica pasta finora era quella al tonno di Bello Figo, devo dire che anche quella di Tananai non scherza.
È un brano vibrante che invita l’ascoltatore ad abbandonare – anche solo momentaneamente – tutte le ansie, le paure e lo stress della quotidianità per lasciarsi andare ad uno sfogo totale, intimo e selvaggio. E ci piace soprattutto per quel “Pa-ra-pa-ra-pa-ra-pa-pa-PASTA
Balli strani, i carabinieri
Belli grassi, Benny Benassi
Soddisfatti ‘sto venerdì” che canti subito già dal primo ascolto e per la base un po’ dance un po’ elettronica.
7 a B.U.F. di Nerone.
Finalmente un po’ di rap in questo clima da canzonette estive da balli di gruppo.
“B.U.F.” è l’acronimo di Basta Un Fischio ed è un pezzo che tramite un elemento universale del linguaggio di strada, che assume vari significati a seconda della situazione – il fischio, appunto -, immortala dei momenti di quotidianità vissuti dalla “gente dei palazzi” nelle vie dei quartieri. Con lo stile che lo contraddistingue, fatto di tecnica, punchline, metriche originali e credibilità, Nerone con i suoi versi aggiunge scariche di energia alla tensione della produzione musicale di Verano.
6.5 a Summersad 3 di La Sad.
Ci voleva anche un po’ di emo punk e il terzo capitolo di Summersad, che ci dà la carica e guarda l’estate da un altro punto di vista: quello di chi la passa da solo in bilico tra depressione e mal di vivere.
5 a Millionaire di SLF.
Ci mancava giusto un’altra hit estiva latineggiante. Fatta pure male. Per carità è un banger fresco, estivo, ma è l’ennesimo e di certo ce ne sono di migliori in giro. Pochi eh, ma ci sono.
7 a Contrabbando di Tropico feat. Cesare Cremonini Fabri Fibra.
Questa è una hit, una di quelle che le radio passeranno no stop in questi mesi. Ed è una hit perché mette insieme tre artisti diversi e provenienti da generi diversi, ma ognuno fortissimo nel suo. E soprattutto è una hit perché è ben lontana dai soliti ingredienti delle hit estive.
Contrabbando è un brano leggero, ma che punta a far riflettere. Ha un testo tagliente per una canzone che vuole far riflettere sul fatto che «le buone idee di questi tempi sono di contrabbando – come racconta Tropico.
6.5 a Paraguai di Nayt.
Niente extrabeat e rime taglienti per Nayt in questo nuovo singolo, che per certi versi conferma il suo percorso evolutivo e la sua voglia di sperimentare. Paraguai è un brano pacato, melodico, con un beat ritmicamente energico, ma sul quale la voce di Nayt è triste, pacata e accompagnata da un testo nostalgico e malinconico.
Insomma, il solito carino ma niente di che.
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