La pagella delle uscite della settimana

9 a Ranch di Salmo

Uno dei progetti più belli della discografia di Salmo. È un po’ come se lo avessimo lasciato con Hellvisback e lo avessimo ritrovato ora con Ranch. Questo disco è vero, crudo, maturo, con degli storytelling incredibili, penso a Crudele, Mauri, Sangue Amaro, che sono tracce pazzesche, da brividi, e al tempo stesso intime. Salmo lo aveva detto che Ranch sarebbe stato un disco molto personale e che è nato da un’esigenza di fare musica, come se la musica gli avesse chiesto di fare questo disco. E in realtà, lì per lì, ho pensato “sì vabbè lo dicono tutti che il loro nuovo disco è il migliore della loro carriera, ma poi di quanti possiamo dire che è vero?” Ecco, in questo caso è vero. Salmo ha sempre avuto un approccio unico alla musica, un modo di raccontare e fare rap come nessun altro e qui posso dire che si è elevato notevolmente. C’è dentro tutto il suo mondo, le sue influenze musicali e quei racconti che lo rendono unico. C’è un solo featuring, Kaos, ed è perfetto. Non ci sono tracce per TikTok, ed è perfetto. Ci sono contenuti, tanti contenuti, che non rientrano nei soliti cliché, e anche questo è perfetto. In conclusione oserei dire 90 minuti di applausi per questo Ranch.

7.5 a V per Ventidue di 22Simba

Il primo disco di 22Simba merita davvero tanto. Ascoltandolo, ho pensato “cazzo, sto ragazzo ha solo 22 anni e una visione artistica già così completa, unica nel suo genere e profonda”. Chapeau, come direbbe Cassano.

Si può raccontare la provincia, la strada, la voglia di rivalsa anche senza cadere nei soliti cliché. Anche senza essere per forza dirsi ogni due minuti “quanto sono figo”, anche senza essere macisti a tutti i costi, anche senza ostentare ogni cosa. Il disco è la storia di 22simba che si delinea su sfoghi incalzanti, urlati con rabbia, barre d’impatto, strofe e melodie che si alternano e si incrociano, restituendo un quadro completo delle capacità del giovane rapper.

Cronista di ciò che lo circonda ma anche narratore della sua introspezione: così la fame e il desiderio di rivalsa che da tempo fanno da motore alla musica di 22simba continuano in “V per Ventidue” toccando sempre più sfere della propria quotidianità, dalle riflessioni sul futuro ai sentimenti, fra la ricerca di ciò che manca e il racconto di ciò che c’è.

È un disco che merita e va davvero ascoltato dalla prima all’ultima traccia.

7 a Piangere a 90 di Blanco

Blanco, come ben sappiamo, ha avuto un successo pazzesco e poi è precipitato. Stava per diventare l’ennesimo ragazzo di bell’aspetto e bravo da spremere finché era in hype e da buttare subito dopo. Lui ha deciso di fermarsi. Il suo silenzio è durato un anno ed è tornato con questa ballad in cui racconta qualcosa di estremamente personale come le proprie cadute e le proprie rinascite. Completamente privo di sovrastrutture, crudo e viscerale come solo lui sa essere, Blanco alterna la fragilità delle strofe all’esplosione del ritornello, rendendo questa ballad un flusso emotivo, un climax in crescendo.

Si tratta di un brano molto semplice, niente di trascendentale sia nel testo che nel suono, ma efficace, diretto e sincero, che mi fa venire voglia di dire bentornato Blanco.

7 a Spirito Libero di Shablo ft. Joshua, Guè e Tormento

Squadra che vince non si cambia. E così Shablo, dopo aver portato La mia parola al Festival di Sanremo, un brano troppo sottovalutato in quel contesto, ma fortissimo, ha pensato bene di replicare. Su un sample di Stevie Wonder tratto da Non sono un angelo, la versione italiana del suo classico I’m Wondering (1969).

Spirito Libero è brano che affonda le sue radici nelle sonorità black e nel quale le strofe di Guè e Tormento si alternano benissimo alla voce soul di Joshua del ritornello.

6 a Umore Marea di Bresh

Mi aspettavo di più da Bresh. Lo trovo un ottimo artista in grado di coinvolgere e catturare l’ascoltatore. Questa volta mi sembra che abbia fatto il compitino a casa, quasi tanto per fare, senza metterci il cuore. Umore Marea è un brano carino, semplice, meglio nel ritornello che nelle strofe, ma che non arriva fino in fondo, che si ferma lì, che ti fa dire “ok, niente di che”.

7 a 33 di Ketama126

Sono proprio curiosa di ascoltare il nuovo disco di Ketama126, e devo dire che questa cosa di approcciarsi agli stornelli romani gli si addice in modo particolare.

“33” è un brano evocativo, che percorre la strada tracciata dal precedente “La Caciara”, attingendo a piene mani dalla musica popolare romana. Protagonista della scrittura dell’artista è sempre una malinconia di fondo, sulla quale si dipinge il nitido ritratto di un uomo solitario e il suo vero e proprio elogio della solitudine. Bravo.

5 a Isolato di Tony Boy

Vorrei dire una cosa a Tony Boy, che ha già annunciato l’ennesimo disco: fermati un attimo e vedi di fare musica migliore.

Perché a me sembra un voler buttar fuori qualsiasi cosa tanto per. Non ci trovo un’esigenza artistica, non ci trovo proprio arte, ma solo una canzoncina che non sa nè di carne né di pesce, anche un po’ noiosa, che non dà nulla, che non riesce a lasciare nulla e non arriva a nessun punto.

5 a Espresso Macchiato Rmx di Tommy Cash ft. Tony Boy

Il brano è quello che è. Una trashata, divertente, senza pretese. Con Tony Effe, se già le pretese erano poche, sono diventate ancora meno. Ci ha aggiunto quel non so che di tamarro e sfrontato, di cui forse non avevamo bisogno, ma di cui Tommy Cash aveva bisogno per far esplodere il suo brano, a cui deve tenere parecchio, nel nostro Paese.

Ecco, io credo che Tony Effe, che lo scorso anno ha vissuto un momento pazzesco con il successo di ICON, si stia scavando la fossa da solo. Sta facendo delle mosse strane, che lo porteranno a diventare il meme di se stesso, e a piano piano a scivolare in basso, per poi tornare con una reunion della DPG per risollevare le proprie sorti.

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