
La pagella delle uscite della settimana
8.5 a Canerandagio Parte 1 di Neffa
Il guaglione è tornato sulla traccia. Neffa, a 57 anni, è tornato al suo primo amore, il rap e lo ha fatto con un disco che è uno spettacolo vero. Potrei dire che 9 tracce su 10 sono in featuring, che gli ospiti sono troppi, che c’è un po’ di tutto ed è vero. Ma il tutto è estremamente perfetto, in linea con Neffa, con il suo essere cupo, con la scelta delle produzioni, che suonano come un classico contemporaneo e con i racconti. Questo è un disco che parla, che racconta, che punta sulla narrativa. E in questo gli ospiti sono scelti in modo molto accurato, ognuno di loro “serve” nel contesto in cui è inserito e dà un valore aggiunto.
7 a Comuni Mortali di Achille Lauro
In questi anni Achille Lauro ha sperimentato di tutto, ha pubblicato dischi che spaziano generi ed epoche diverse, in alcuni casi lasciandoci perplessi, tanto da non farci capire che cosa volesse davvero fare e diventare. Ora vuole essere un cantautore romano, uno alla Venditti, uno di quelli che lasciano il segno. E in parte questo disco è questo, ma è anche tutto quello che Lauro è stato finora. C’è la sua parte che sperimenta e gioca con la musica, c’è quella più introspettiva e romantica, e persino quella più rap in brani come Cristina e soprattutto Barabba III.
Il disco non è un capolavoro assoluto, alcuni brani sembrano perfetti per Sanremo, ma Lauro ha sempre intatta quella capacità di raccontarsi, di scavare a fondo e di emozionare.
7.5 a Gelido di Shablo ft. Tormento, Joshua e Mimì
Un brano jazz – R&B accompagnato dal rap di Tormento davvero ben riuscito. Fresco, interessante, perfetto.
6 a Fare a Meno di Te degli Eiffel 65 ft. Guè
Neanche Guè può fare miracoli. La strofa c’è come sempre, ma il brano è quello che è. Non ho ancora capito questa smania di rispolverare a tutti i costi canzoni che stanno bene dove stanno. Per carità, niente contro gli Eiffel 65, ma questo è un revival abbastanza inutile.
7 a Players Club 25 di Night Skinny
Come per i precedenti Players Club, la posse track -la lettera d’amore al rap per eccellenza- immortala la parte più fresca e vitale della nuova scena, dimostrando la continua e meticolosa ricerca di Night Skinny rivolta ai giovanissimi talenti: un’attenzione dedicata all’evoluzione del linguaggio del rap e dei suoi nuovi protagonisti, che più volte l’artista è riuscito ad intercettare prima del successo, riuscendo ad aggregare personalità provenienti da mondi distanti, riuniti sulla traccia dal sound inconfondibile del producer.
I Players Club del 2025 sono Glocky, RRARI DAL TACCO, Promessa, Latrelle, Ele A, Sayf, Melons, Faneto.
La traccia funziona e fotografa bene questi nuovi protagonisti della scena.
7 a Nun Piagne di Briga ft. Gemitaiz
Un brano ricco di emozioni, nel quale convergono il dialetto romanesco del ritornello, che regala un’atmosfera che ricorda gli stornelli romani e il rap incisivo di Gemitaiz, che aggiunge un bel contrasto.
6 a F*ck Love di Vale Pain
È il primo singolo ad anticipare il nuovo album di Vale Pain e la produzione di Low Kidd, minimal e incisiva si sente e parecchio e fa quasi tutto il lavoro. Per il resto, è un brano mediocre, che ha anche buone skills, ma che manca di carattere e mordente.
5 a CTRL Z di’ GionnyScandal
Una sorta di brano rap/pop ricco di cliché romantici, scritto neanche troppo bene e arrangiato maluccio. Di canzoni di questo genere migliori di queste ce ne sono davvero tante. GionnyScandal ha le capacità, ma chiedo perché continui a restare in questo mood che davvero non tira fuori il meglio di lui.
4 a Game Over di Elmatadormc7 ft. Guè
Anche in questo caso Guè con una strofa non può fare miracoli. Il brano è di una pochezza tale, che non si può neanche dire che sia ironico, divertente o sexy, è semplicemente imbarazzante.
6 a Gold Fella di Flaco G
Questo debutto di Flaco G è ricco di produzioni trap solide con racconti crudi e mega street. Flaco G non è male, ha qualche punto interessante, uno stile discreto, ma il suo racconto è pieno di cliché del genere. Ogni cosa di cui parla è stata già raccontata milioni di volte, non riesce a portare nulla di nuovo e il divario tra lui e i suoi ospiti, Shiva in primis, si sente troppo. In un momento di saturazione del genere, un artista, come Flaco G deve trovare il modo di brillare, di fare qualcosa di diverso, di parlare sì di strada, droga e donne, ma di farlo in modo originale, se no finisce per restare uno dei tanti. Comunque è il suo primo progetto e ci sta che sia così acerbo.