La controversa campagna di Zara accusata di “schernire” le morti a Gaza

Oggi il colosso della moda Zara si trova al centro di una gigantesca polemica con tanto di hashtag #boycottZara per la sua ultima campagna pubblicitaria.

In molti stanno accusando Zara di aver mostrato insensibilità nei confronti delle migliaia di morti a Gaza devastata dalla guerra. Il motivo? Le immagini dell’ultima campagna di Zara mostrano manichini con arti mancanti e un modello in una scatola di legno circondato da macerie.

Altre immagini, che ora sembrano essere state rimosse dalla pagina Instagram dell’azienda, mostrano la top model Kirsten McMenamy in posa con manichini avvolti in stoffa bianca e plastica.

Alcuni utenti hanno detto che tali immagini ricordano le foto scattate a Gaza durante la guerra tra Israele e Hamas, in particolare quelle dei cadaveri avvolti in sudari bianchi.

La campagna per il colosso spagnolo della moda ha subito ricevuto un’ondata di reazioni online, con post che la defininiscono “vergognosa”, “disgustosa” e “presa in giro”, con l’hashtag #BoycottZara che è finito in tendenza su X.

L’artista Hazem Harb ha scritto in un post su Instagram: “C’è una sinistra depravazione nella mente commerciale che ha prodotto questa pubblicità, mentre stiamo vivendo un genocidio in tempo reale.

Utilizzare la morte e la distruzione come sfondo per la moda dovrebbe indignarci come consumatori. Boicottate Zara.”

Sarah Wilkinson ha scritto sulla piattaforma X: “Boicottate Zara dopo che la sua nuova collezione di abbigliamento presenta macerie e corpi, irridendo le migliaia di palestinesi massacrati dagli israeliani a Gaza@.

A Montreal, in Canada, gli attivisti hanno inondato i negozi Zara di slogan filo-palestinesi.

Zara ha descritto la nuova linea di abbigliamento presentata con questa campagna come: “una collezione in edizione limitata che celebra il nostro impegno per l’artigianato e la passione per l’espressione artistica”.

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