Il Messaggero zittisce Ghali e pubblica l’audio dell’intervista in cui parla di Fedez

Ieri Ghali ha polemizzato su come i giornalisti e la stampa travisino alcune dichiarazioni e le trasformino in titoloni. Certo, succede, ed è triste vedere come un’intervista su un disco diventi Ghali contro Fedez. È successo anche recentemente con Elettra Lamborghini, che, ospite a L’Assedio non ha giustamente voluto rispondere alla domanda per chi hai votato? Da lì i titoli “Elettra Lamborghini ha votato Lega”, “Elettra Lamborghini contro il PD”, ecc. Eppure è stato un botta e risposta di un minuto su 15 di intervista. Il giornalismo, soprattutto generalista è così, cerca lo scoop. La notizia, il titolone. E Ghali che prima dormiva con mamma e ora con una bella figa lo ama è un titolone. Così come lo è Ghali contro Fedez. Ma se certi argomenti li eviti, o chiedi che non vengano riportate le tue dichiarazioni in merito, il problema non si pone.

 

Ghali, prima su Instagram, e poi da Daria Bignardi a L’Assedio, afferma:  “Dopo 5-6-10 interviste dove escono tue frasi storpiate, declinate… Anche solo una virgola cambia il messaggio, cambia il tono. È impossibile che tu ti siedi con un artista per un’ora e la cosa più “catchy” che trovi sia una polemica. Non è bello metterla come titolo. Stiamo parlando di un disco, stiamo parlando di musica… Ho raccontato un aneddoto, non ci si può fare un titolo e incorniciarlo. Si creano polemiche e non era neanche mia intenzione“.

 

Peccato che l’aneddoto duri 4 minuti e che sia stato lo stesso Ghali a volerlo raccontare. Infatti Il Messaggero non ci sta e pubblica l’audio dell’intervista nella quale Ghali parla di Fedez. Basta ascoltarlo per rendersi conto che sia stato Ghali a voler entrare nei dettagli e a nominare Fedez più volte. Ora è colpa del giornalista? Certo, avrebbe potuto metterlo come aneddoto all’interno dell’articolo e concentrare l’attenzione sul disco, al posto di usarlo come titolone. Ma i titoloni fanno notizia e click. Lo sappiamo tutti. Forse Ghali dovrebbe imparare ad essere più scaltro con la stampa.

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