Guè: “quando andrò a Sanremo cercherò di portare la cultura”

Tra pochi giorni vedremo anche Guè sul palco dell’Ariston. E non sarà la prima volta che calcherà quel palco, ma anche quest’anno non è in gara. Guè sarà con Tormento e Joshua e si esibirà per Shablo con il brano La mia parola.

Ma vedremo mai Guè in gara al Festival di Sanremo? A quanto pare sì, ma tra qualche anno. A dirlo è stato Guè stesso ad Alessia Lanza nel podcast Mille Pare.

«Quando andrò in gara a Sanremo, e sicuramente lo farò, ma tra qualche anno, sarà un altro paio di maniche, sarà tra qualche anno, magari avrò un’altra deriva, ma quando andrò a Sanremo cercherò di portare la cultura, perché a differenza dei miei colleghi io non ho quest’ansia di diventare Michael Jackson.

Io non sono in gara, quindi vado a cuor leggero, mi interessa supportare il mio team, mi dispiace se Shablo arriva ultimo però non sono io in gara. In questo caso mi sento tutelato, perché è come se fossi un featuring fisso. Sanremo, dopo un periodo che era quasi vergognoso andarci per noi, ora è molto meglio dei talent. In qualche modo ti dà una spinta. Molti miei colleghi hanno questa ambizione pop, non è una critica, ma a un certo punto sentono questa esigenza di andare nel pop, ma trascendono dall’ hip hop. Lazza è andato a Sanremo con una canzone pop. Geolier, che è il mio rapper preferito, è andato con una canzone pop. Infatti poi sono diventate due star.

Uno dei motivi che mi ha spinto a dire di sì è che il pezzo che porta Shablo è un gospel, c’è tutto un coro black ed è un pezzo super hip hop, proprio una roba che l’Ariston lo crepa, ma non nel senso che è scorretto, ma è un pezzo mega hip hop.

lo ho spaccato. Faccio una strofa tutta in slang, non si capisce niente, nessuno capirà una parola. Mi piace l’idea della rottura, di andare a fare qualcosa che nessuno fa».

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