Fred De Palma è molto più rap di tanti rapper

Sì, certo, il reggaeton fa schifo. Quello fatto male e solo d’estate da artisti italiani che ne cavalcano l’onda con la speranza di fare la hit e due soldini in più, la maggior parte delle volte sì, fa schifo.

E il reggaeton non è cultura. Ma se il reggaeton non è cultura, allora non lo è neanche l’hip hop. Vaglielo a dire a Fred De Palma che il reggaeton non è cultura e che fa schifo. Certo, c’è chi glielo ha detto, e lui ha anche risposto per le rime e in rima, ma se vai a un concerto di Fred capisci che sul reggaeton italiano ti sbagliavi completamente e che forse hai creduto a questa diceria, perché alla fine fa figo dire che il reggaeton fa schifo.

La verità è che, come ogni genere musicale, può piacere o meno, ma è indubbio che Fred De Palma sia l’unico artista italiano che sa farlo e anche bene.

E ieri sera (22 settembre) lo ha dimostrato ampiamente al Fabrique di Milano alla prima delle due date che lo vedono protagonista con la sua musica e le sue rime.

Fred ha una musicalità, una tecnica e una presenza scenica davvero uniche. Accompagnato da un corpo di ballo ha cantato, per quasi due ore, i suoi più grandi successi, da Pa’ la cultura, a Adios, Stanza 365, UEBE, Mala, Una volta ancora, spaziando tra mood e generi come solo lui sa fare.

E per chi ancora oggi sostiene che Fred De Palma abbia abbandonato definitivamente il rap, ci ha regalato con Lazza ed Emis Killa un freestyle bollente, che farebbe impallidire tanti artisti della scena.

La verità è che se sai cantare, rappare e hai il ritmo nelle vene, puoi fare davvero ciò che vuoi. E FDP può, farlo, l’ha fatto e lo fa, andando controcorrente, sposando un genere che ama, prendendosi critiche e sbeffeggi da tanti, ma alla fine ha semplicemente fatto quello che voleva, contro tutto e tutti e sai che c’è? Ha avuto ragione lui. E basta vederlo live per rendersene conto.

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