Frank Sinatra: una vita da boss e l’omaggio di Sfera Ebbasta
Spesso siamo abituati a pensare che le grandi icone della musica mondiale, vissuti in epoche lontane dalla nostra e soprattutto che non hanno nulla a che fare con il rap, conducessero una vita praticamente perfetta. Ma i comportamenti, le abitudini e gli atteggiamenti di alcuni dei grandi artisti che hanno fatto la storia della musica non sono poi così diverse dalle storie che spesso sentiamo nelle canzoni dei nostri rapper preferiti.
Frank Sinatra, sì proprio lui, The Voice, ha condotto una vita che per certi versi non ha niente da invidiare al gangsta rap: è stato un vero e proprio boss.
Frank Sinatra entra in contatto con la mafia fin da bambino, grazie a uno zio materno affiliato alla gang del boss Frank Costello.
Nel 1938 Frank Sinatra è stato arrestato e trattenuto per diversi giorni con l’accusa di molestie nei confronti di Nancy Barbato, che divenne poi la sua prima moglie.
Ha aiutato il suo amico Joe DiMaggio, fresco di divorzio da Marilyn Monroe, a fare irruzione nella stanza dove, secondo un investigatore, Marilyn avrebbe consumato una relazione omosessuale e fatto uso di droga. Una volta lì, hanno spalancato la porta sbagliata e fatto irruzione in un altro appartamento, terrorizzando la donna, ignara di tutto, che si trovava all’interno.
Non solo, Sinatra è stato spesso accusato di avere rapporti con la malavita. Nel film “Il padrino” il personaggio di Johnny Fontane sarebbe stato creato ospirandosi a lui, che avrebbe minacciato lo scrittore Puzo per aver raccontato parte della sua vita.
Del cantante, il figlio di Pablo Escobar ha detto: “Frank Sinatra era più bravo come corriere della droga che come cantante. Ci sono più cantanti di quanti si possa immaginare che hanno iniziato la loro carriera grazie alla sponsorizzazione dei trafficanti di droga” – ha dichiarato Juan Pablo durante un’intervista nella quale commentava Narcos, la serie prodotta da Netflix incentrata sulla figura di suo padre. “Non ho nessuna ricevuta a comprovarlo, ma lo so perché ero molto vicino a mio padre e lui ei suoi soci hanno sempre parlato di Sinatra”.
Nel 1946 Sinatra entra in contatto con Lucky Luciano, il padre putativo della malavita organizzata. I due erano molto vicini, tanto che quando il boss è stato estradato in Italia, il cantante gli ha fatto spesso visita e gli ha fatto recapitare parecchi regali in prigione.
Sinatra stringe poi amicizia con un altro boss, Paul “Skinny” D’Amato, che gestisce il secondo polo dell’azzardo e della vita nottura a stelle e strisce, dopo Las Vegas. Le pubbliche apparizioni dei due vengono ampiamente documentate dai media e collegano il cantante a Cosa Nostra.
Un altro amico di Sinatra è Sam Giancana, un pezzo grosso della mafia di Chicago, contattato dalla CIA per tentare di assassinare Fidel Castro dopo la caduta di Batista a L’Avana. L’amicizia tra lui e The Voice è talmente stretta, che quando il comico Jackie Mason si permise di fare qualche battute, durante un suo spettacolo, sull’amico Frank, due dei suoi scagnozzi si materializzarono fuori dalla sua camera d’albergo per consigliarli che non sarebbe stato troppo sicuro farlo di nuovo. Lui la prese alla leggera e non tolse le boutade dal repertorio, ma gli uomini di Giancana, prima spararono all’indirizzo del suo alloggio, poi lo minacciarono di morte, e alla fine passarono alle maniere forti, riservandogli un trattamento speciale che lo lasciò a terra, sanguinante, con il setto nasale rotto.
Nonostante i diversi pedinamenti, le intercettazioni telefoniche ed ambientali, e il processo del 1981, la fedina penale di Frank Sinatra è rimasta immacolata come la neve.
Ripercorrendo la sua vita, scopriamo che Sinatra amava organizzare festini.
Negli anni ’50 e ’60 aveva creato un gruppo chiamato Rat Pack con il quale organizzava nei locali di sua proprietà dei veri e propri festini, invitando bellissime soubrette e prostitute.
Nonostante avesse un enorme successo e avesse venduto più di 600 milioni di dischi in tutto il mondo, Sinatra ha ricoperto le vette delle classifiche solo 3 volte in tutta la sua carriera e spesso ha sofferto di depressione. Arrivò addirittura
ad autodefinirsi “un maniaco depressivo a 18 carati”. Tentò per ben quattro volte il suicidio: la prima volta negli anni ’50 infilando la testa nel forno, scoraggiato da un brutto stop della sua carriera e poi, a più riprese, a causa della tumultuosa storia d’amore con Ava Gardner, con la quale si divertiva a sparare alle insegne dei locali e dei negozi con una calibro 38.
Indubbiamente è stato un latin lover, ha avuto tantissime donne, prevalentemente famose e la fama di essere super dotato. Pare infatti che Ava Gardner dicesse di lui che pesava 60 kg, ma 10 erano quelli del suo pene.
Frank Sinatra torna in un certo senso in auge oggi, grazie alla copertina di Famoso, il nuovo disco di Sfera Ebbasta, chiaramente ispirata a uno scatto di Peter Martin del 1943.