Ecco com’è un live di Young Signorino

LOCATION: Alcatraz, Milano

PERFORMER: Young Signorino

Fino all’ultimo credevo che il Signorino non sarebbe mai salito sul palco, perché? Perché l’Alcatraz era vuoto, sono state vendute solo 85 prevendite e ci saranno state all’una, al momento della sua esibizione, meno di 200 persone. Sapevo che era arrivato al locale, era in un backstage blindatissimo, ha espressamente chiesto di non incontrare nessun estraneo, tanto che i due dj che hanno aperto il suo live sono stati fatti scendere dal palco da un’altra uscita rispetto a dove lui avrebbe fatto il suo ingresso. Si vocifera che abbia problemi psichiatrici e che ultimamente abbia ricevuto minacce di morte, per me è solo un ragazzo di 19 anni che si é trovato in una realtà più grande di lui con una bomba in mano pronta ad esplodere.

I pronostici erano: Young Signorino non salirà sul palco e invece è salito (con un’ora di ritardo, forse aspettava che il locale si riempisse) e si é esibito.

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Il pubblico del Signorino é strano, c’erano 5 persone infottatissime che cantavano ogni suo pezzo, gli altri erano lì a guardarlo increduli e divertiti, ad osservarlo con lo stesso sguardo con cui si osserva un animale strano che si esibisce al circo. Ecco, questo é Young Signorino: un fenomeno da baraccone, eppure su quel palco, al di là della bravura o meno, del talento o meno, c’era solo un ragazzo di 19 anni, senza esperienza a livello di live, che ha dovuto affrontare anche il non funzionamento della console, improvvisando e che tutto sommato se l’è cavata benino.

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Certo, lo spettacolo è stato alquanto pietoso, lui suscita tenerezza, risate e a tratti pena, pena perché si é messo a fare la sua musica, che può piacere o meno, ma é stato bullizzato su più fronti, la stampa l’ha massacrato, i comuni gli hanno fatto mobbing impendendogli di esibirsi, il pubblico lo insulta e gli tira bicchieri e bottiglie, in tutta onestà in una situazione del genere, con problemi tecnici alla console e i vari precedenti, io mi sarei cagata sotto, lui ha fatto il suo, ci ha provato almeno.

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É rimasto sorpreso quando alcune persone l’hanno chiamato per nome, urlando Paolo, ha detto “che bello che sapete il mio nome”, continuava a ringraziare il suo pubblico, a dire vi amo e ho visto sincerità sul suo volto, forse é stata una delle poche volte in cui nessuno l’ha insultato o gli ha lanciato oggetti sul palco. Certo, non sa tenere un live, prova a incitare il pubblico, che per tre quarti ha risposto, ma si vede che è acerbo, inesperto e improvvisato. Il suo dj é un personaggio più grottesco di lui: vestito da marinaio con passamontagna si comportava come se stesse accompagnando Gué Pequeno, gli amici del Signorino erano lì con lui, di fianco al palco e l’hanno scortato all’uscita, un gruppo di ragazzi normalissimi che avranno avuto sì e no 20 anni. Certo, pensare che il rap o la trap abbia avuto questo epilogo con un personaggio come lui, fa venire i brividi, ma dovremmo vederla da un altro punto di vista: noi abbiamo creato il personaggio Young Signorino dandogli attenzione e seguito seppur virtuali. Lui é un fenomeno da social, da web e ieri é stato lampante: davanti all’incredibie seguito, in fatto di numeri, che ha sui social, si sono presentate dal vivo meno di 200 persone. Nella realtà, alla gente non interessa Young Signorino, non paga per vederlo live, è incuriosito da lui sul web, la vita vera é un’altra cosa.

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