
Come Parola Vera ha registrato il suo ultimo singolo in carcere
Ti sei mai chiesto come fanno i detenuti che fanno musica a registrare singoli e strofe in carcere? Hai mai pensato quanto possa essere importante la musica e poter continuare a fare musica per un artista che è anche un detenuto?
Ho avuto modo di parlare di questo con Parola Vera, che attualmente è detenuto nel carcere di Perugia e con Bronson Blocco, che con Parola Vera ha scontato parte della pena in carcere a Viterbo.
Settimana scorsa è uscito MAMMAYELLOW PT.2 di Parola Vera e Bronson Blocco.
La peculiarità di questo brano è che è stato registrato per metà in carcere, ma facciamo un passo indietro.
Nel 2022 è uscito il primo MAMMAYELLOW e, come mi ha raccontato Bronson Blocco, “è stato registrato mentre ero in carcere con Parola Vera con un L8 star, ovvero tipo Nokia 3310, ma minuscolo, entrato clandestinamente essendo un carcere di massima sicurezza a Viterbo. Era impossibile avere altri modelli di cellulare, così il brano è stato reccato in modo clandestino come si può sentire anche su Spotify. Posso dire che siamo stati i primi in maniera totalmente illegale a registrare un brano in carcere, anche prima di Baby Gang e Niko Pandetta. Adesso abbiamo voluto rifarlo meglio dato che sono fuori con le firme e a lui, che attualmente è in un carcere a Perugia, gli ho fatto recapitare un telefono più moderno per videochiamarci almeno”.
Parola Vera ci racconta com’è stato registrare un brano dal carcere e cosa rappresenta per lui la musica
“registrare musica in carcere è importante anche quando non ti danno i permessi. Questa volta, così come quando ero detenuto a Viterbo, ho dovuto fare le cose illegalmente. La musica ti stimola, riesce a sfogarti, ti dà adrenalina e ti fa tirare fuori qualcosa che hai dentro. La musica è anche rieducativa, nonostante uno possa parlare di spaccati di vita, che non sempre sono piacevoli da ascoltare. Lo stimolo della musica è importante. È importante anche registrarla nella maniera più pulita, anche se come strumento a disposizione ho solo i vocali. Questo brano e anche il prossimo che uscirà, è registrato interamente con i vocali. E non è facile anche perché stai sempre con la tensione di dire ora vengono a farmi qualche perquisizione, qualcosa e quindi è un rischio, ma tanto la vita è sempre un rischio.
La musica aiuta tantissimo a superare le giornate, ora qui ho anche Spotify, ho una chiavetta che mi ha dato l’etichetta discografica e una cassa con cui posso ascoltare musica. Ho quattro bloc-notes pieni, scritti tra il carcere in Spagna e il carcere qua in Italia. Io sono da solo in cella e per me la musica è molto importante. Quando riesci a trovare, il tuo spazio il tuo tempo, perché sembra assurdo, ma anche qua è difficile trovare il proprio spazio mentale perché c’è sempre qualcuno che fa rumore, casino, io mi metto lì ad ascoltare musica, senza musica non riuscirei ad avere quella spinta in più”.
Cosa farai quando uscirai dal carcere?
“Quando uscirò la prima cosa che farò, credo sia cercare di far uscire un album, ho tanto da raccontare e penso che sia importante far conoscere questa parte di vita, perché se no la gente pensa che il carcere sia come nei film, ma nei film dura due ore, mentre nella vita reale il carcere dura anni. Quando uscirò, cercherò di far capire alle persone che non ne vale sempre la pena, che se questa vita te la scegli, poi ti prendi tutto quello che ne consegue. Quando uscirò, visto che avrò, ho una casa di proprietà e non sarò più nelle case popolari, mi dedicherò meno ai reati e vorrei rimanere nel settore musicale, magari fare che ne so talent scout, non lo so, chiaramente qua dentro ho tanto tempo per pensare e pensare ti aiuta, perché comunque devi crearti un futuro, perché se no qua dentro entri in un loop, parli solo di carcere di galera di reati e invece è importante ampliare la mente, quindi leggo e cerco di prendere l’esterno e portarlo dentro e prendere quello che c’è dentro e buttarlo all’esterno”.