Come fa Fiori di Chernobyl di Mr Rain ad essere terzo in Top 200 Spotify?
Partiamo dal presupposto che siamo in un momento storico molto particolare e difficile per la musica. La stessa Fimi ha lanciato un grido d’allarme sulla perdita dell’industria musicale. In queste settimane, infatti, si è verificata una flessione netta sul segmento fisico (cd e vinili) di oltre il 60%, sui diritti connessi di oltre il 70%, dovuta alla chiusura di esercizi commerciali e all’assenza di eventi. Non va meglio sul versante degli streaming dal momento che molte uscite discografiche sono state posticipate e dal fatto che molti consumatori sono rimasti a casa. Infatti secondo i dati IFPI (l’associazione di categoria internazionale dei discografici) in Italia il 76% di chi ascolta musica lo fa in auto, e il 43% nel tragitto casa-lavoro.
Siamo anche in un momento in cui, per esempio, l’inno nazionale è entrato in top viral 50 su Spotify alla 11esima posizione. Questo è sintomatico del periodo che stiamo vivendo. Ciò non toglie che le prime posizioni della Top 200 di Spotify dovrebbero essere occupate da brani che, non solo macinano streaming, ma che effettivamente sono virali e conosciuti da tutti.
Questa è la top ten della Top 200 di Spotify Italia di ieri 24 marzo:
Bando di Anna la conosciamo tutti, Good Times di Ghali idem e Fiori di Chernobyl di Mr Rain?
Mr Rain sta sicuramente crescendo piano piano, ma in modo costante e non sto dicendo che sia meno conosciuto di Anna, che per intenderci è arrivata ieri, ma che forse ha un brano meno in hype e meno nazional popolare rispetto agli altri due in top tre.
Ma non è tutto. Quando esce un singolo, di solito alla mezzanotte di venerdì, Spotify conteggia solo la prima ora di streaming, poi azzera tutto e riparte con il conteggio il giorno dopo, ovvero il sabato. Il rapporto degli streaming dovrebbe essere quindi del 10% del totale. È ovvio che ci siano uscite che scatenano uno streaming folle e più alto visto l’hype che generano e altre che invece hanno numeri decisamente più bassi. Ma il rapporto è uguale per tutti: 10% circa del totale.
Vi faccio un esempio. Il 7 giugno 2019 è uscito Veleno 7 di Gemitaiz. In un’ora ha totalizzato 259mila streaming. Il giorno dopo, quindi il sabato, si parte da zero con i conteggi e Veleno 7 raggiunge quota 1milione e 800mila. I conti sono perfetti e tornano, anche se Veleno 7, per l’hype che aveva attorno ha fatto numeri esageratamente alti.
Vi faccio un altro esempio: Stamm Fort di Luchè e Sfera Ebbasta.
Il 17 gennaio 2019, data della sua uscita, entra in Top 200 con 84mila streaming in un’ora. Il giorno dopo raggiunge quota 900mila. Il rapporto è sempre del 10% più o meno. E tutto torna.
Guardiamo Boogieman di Ghali e Salmo. Il giorno della sua uscita, ovvero venerdì 17 gennaio a mezzanotte, è entrato in Top 200 Spotify e ha totalizzato 43mila streaming, sempre i un’ora. Il giorno dopo, il sabato, ha raggiunto quota 733mila. Anche in questo caso i conti tornano.
Per intenderci, se il giorno dell’uscita fai 80mila streaming, il giorno dopo ne fai almeno 800mila, secondo la parcentuale del 10% sul totale che è uguale per tutti.
Fiori di Chernobyl di Mr Rain è uscito il 13 marzo, di venerdì, sempre a mezzanotte. Entra subito in Top 200 Spotify con circa 73mila streaming. Il giorno dopo, ovvero sabato 14 marzo, ne conta 74mila, ma stando alla famosa percentuale del 10% avrebbero dovuto essere almeno 700mila gli streaming. Praticamente il numero di streaming nell’arco di 24ore è identico al numero di streaming fatti in un’ora. È impossibile matematicamente parlando, almeno che non si ricorra all’uso di bot.
Ora sto dicendo che Mr Rain o chi lavora con lui abbia fatto uso di Bot, sto guardando dei numeri e facendo un ragionamento basato esclusivamente sui numeri e su una percentuale.
Ieri, 24 marzo, Fiori di Chernobyl era terzo in Top 200 Spotify Italia, subito dopo Good Times di Ghali e Bando di Anna, con 207mila streaming.
Per avere, per esempio, 260mila streaming, devi averne fatti realmente all’incirca 300mila, perché Spotify ti toglie il 20% sul totale reale.
Ma la vera domanda è, visti i numeri e sapendo come vengono calcolati, come fa Fiori di Chernobyl di Mr Rain ad aver fatto 73mila streaming in un’ora e 74mila il giorno dopo? Grazie all’uso dei Bot? E come fa un brano che non ha assolutamente la stessa risonanza mediatica di Bando e Good Times ad essere terzo in Top 200 Spotify? Sempre grazie all’uso di Bot e sponsorizzazioni ad hoc? Oppure grazie a una strategia di marketing ben studiata e a una rotazione radiofonica ad hoc che fa sì che il brano cresca lentamente ma in modo costante?
Per carità, lungi da me dall’accusare qualcuno di aver utilizzato Bot, anche perché, chi più chi meno, i Bot vengono usati più o meno da tutti, così come le promo su YouTube, su Instagram, su Facebook e su Spotify, ma ci sono casi palesi e altri che macinano comunque streaming anche se hanno fatto un piccolo acquisto.
Questo però va a creare una truffa all’interno del mercato discografico, visto che stiamo sempre parlando di numeri che vanno a incidere sulle certificazioni, ovvero disco d’oro e disco di platino.
Se manipoli il numero degli streaming, e ribadisco non sto accusando nessuno nello specifico di aver manipolato o comprato numeri o plays, vai a manipolare, non solo le classifiche, ma anche e soprattutto l’andamento del mercato discografico e le conseguenti certificazioni, nonostante le case discografiche abbiano messo a punto delle policy che vanno proprio a contrastare la manipolazione dei numeri.