Per il pm il fantomatico inno alla droga di Clementino è da archiviare

Un gran polverone per nulla, dove a pagarne le spese è stato un rapper e non un criminale vero, verso il quale sarebbe meglio incanalare le energie delle forze dell’ordine. Per fortuna, potrebbe chiudersi con un’archiviazione il fascicolo della procura sul concerto di Clementino a Nocera Inferiore, con l’ipotesi di reato di istigazione all’uso di stupefacenti.  L’archiviazione è stata chiesta dal sostituto procuratore, Gaetana Amoruso, per insussistenza del fatto.

 

Nell’informativa inviata alla procura, gli inquirenti avevano legato alcuni episodi avvenuti durante il concerto all’invito, anche se indiretto, a consumare sostanze stupefacenti. Tra questi, il lancio di alcune bustine al cui interno la polizia riteneva vi fossero dei filtri, ma che Clementino spiegò essere dei portachiavi e alcune parole pronunciate dall’artista poco prima della canzone Joint, fino all’aver fumato una sigaretta artigianale, lanciata da un ragazzo del pubblico, che si riteneva contenesse della marijuana e non del tabacco.

Insomma, tutte illazioni, a quanto pare e l’ennesimo tentativo, grazie a Dio fallito, di strumentalizzare un esponente del rap italiano. 

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