Virus: se ascolti un disco di Noyz, vuoi sentire Noyz
Se c’è una certezza ogni volta che metti in play per la prima volta un disco di Noyz è che sai che quello che andrai ad ascoltare è rap. È il rap alla Noyz, quello crudo, quello che ti parla di morte, di immagini e situazioni reali, ma non addolcite, quello che ci va giù pesante.
Noyz è un virus, ma a differenza del coronavirus non muta, non ha varianti, non cambia con il tempo. Resta lo stesso. Fedele a se stesso nonostante di mode e tendenze ne abbia viste passare in questi anni di carriera.
Noyz è ancora il pischello cresciuto sulle panche al parco laddove tutto è iniziato. È ancora il “casinaro” che distruggeva i palchi con il Truce Klan. Le sue rime. La sua attitudine. Il suo stile. Sono gli stessi. Da sempre.
Noyz è come il virus dell’influenza, una certezza nei mesi invernali. Ma una perla rara. Non contagia. Perché è difficile trovare un altro rapper che dal ‘96 ad oggi sia rimasto fedele a se stesso, al rap, a “questa merda”, e alle proprie origini. Basta guardarlo Noyz, senza neanche sentirlo rappare o parlare per capire che è così. Che è rap, quello puro, quello che oggi si respira solo nell’underground o in artisti che hanno fatto la storia ma non sono riusciti a continuare a brillare.
Lui invece, ha fatto la storia e brilla.
Grazie a Enemy ha abbracciato un pubblico più ampio e con Virus ha proseguito per quella strada. Pur restando il Noyz di Verano Zombie o di Monster.
Però quando metti in play un disco der Noyz, vuoi sentire Noyz. E non Noyz con Geolier, Noyz con Sfera, Noyz con Guè, Noyz con Capo Plaza, Noyz con Ketama 126, Franco 126, Noyz con Coez, Noyz con Luchè. Vuoi sentire Noyz. Cazzo. E ok, i featuring hanno fatto il loro, chi più e chi meno, ma Sfera potevano lasciarlo a casa, così come Capo Plaza che già aveva spaccato in Casa Mia, ma se vogliamo anche Geolier e Luchè.
E ci stanno anche gli accordi delle major per i featuring, ma noi che vogliamo sentire il disco di Noyz, vogliamo Noyz e non una compilation con sole 5 tracce di Noyz.
Vogliamo più tracce come Uomo a terra, War Games e siamo impazziti per Verano Zombie 3, che ci riporta alle origini del tutto. A quelle origini dalle quali Noyz non si è mai staccato ed è rimasto ancorato come se non gli avessero mai tagliato il cordone ombelicale. Ed è una figata.
E da quelle origini, Noyz è riuscito oggi a coronare il sogno di collaborare con Raekwon del Wu-Tang Clan. Un cerchio che si chiude. Lui, che con il Truce Klan aveva come mito il Wu-Tang Clan tanto che la sua crew è stata spessa paragonata a quella della East Coast, ha realizzato un sogno e una traccia, Welcome Back, davvero iconica.
Il virus di Noyz non muta nel profondo, ma in superficie sì. Perché Emanuele ha quasi 43 anni, è adulto, anche se dentro è sempre lo stesso pischello, ma per la prima volta affronta tematiche più intime, introspettive, sentimentali, come l’amore. E lo fa alla Noyz.