Thoiry sbarca sulla Treccani, sembra di stare a Trecca’
Qua sì sì, sembra di stare a Thoiry
No, apre le gabbie allo zoo
Lupi manna’, abbiamo fa’
Bava alla bo’ i miei bro
Bimbo allo zoo senza reci’
La pagina Facebook di Treccani, la nota enciclopedia, ha dedicato un un’interessante chiave di lettura di Thoiry, la hit firmata da Quentin40, Puritano e Dr Cream, analizzandone il testo, le immagini allegoriche e la particolarità di scrittura di Quentin40.
“Zoo” è un sostantivo che denota uno spazio recintato dove vivono in cattività varie specie di animali, specialmente quelle esotiche e selvatiche. È l’abbreviazione di giardino zoologico.
Lo zoo di cui parlano Quentin40 e Puritano in “Thoiry” è metafora della relativa condizione di cattività in cui vivono gli abitanti delle periferie metropolitane, condannati a violenza e criminalità per sfuggire a una realtà di stenti e sopraffazioni, mentre il racconto affidato ai media tradizionali, con una crudele inversione del rapporto causa-effetto, li dipinge come animali selvatici, incapaci di adeguarsi alle leggi della convivenza civile.
Il pezzo nasce dalla citazione di una scena del film “La Haine” (“L’odio”) di Mathieu Kassovitz: i protagonisti Vinz, Hubert e Said urlano a dei giornalisti, venuti a documentare la situazione nelle banlieu parigine, “On n’est pas à Thoiry” (“Non siamo mica a Thoiry”), essendo Thoiry un comune fuori Parigi che ospita uno dei più importanti zoo della Francia.
Nota stilistica: la scrittura di Quentin40 prevede il ricorso sistematico al troncamento, cioè il taglio dell’ultima parte di una parola. Un dispositivo metrico (molto simile all’elisione) tra i più antichi e diffusi nella nostra poesia (basti dire “amor” anziché “amore”) che viene qui utilizzato per seguire l’esempio del gergo francese utilizzato nel film (e nelle vere banlieue), il “verlan”, un linguaggio in codice che prevede l’inversione di sillabe e, appunto, il troncamento delle parole”.