Shiva: “sono stato condannato per aver provato a difendere me stesso”

Shiva è tornato su Instagram per commentare la sentenza che lo ha condannato a 6 e mezzo di carcere per la sparatoria avvenuta l’11 luglio 2023 davanti al suo studio di registrazione a Settimo Milanese e ribadisce “mi sono solo difeso”.

Con un lungo post pubblicato sul suo profilo, il rapper ha parlato della sentenza, del suo nuovo disco e dell’ingiustizia che “tocca tutti”.

Questo è un giorno triste per me.

Oggi sono stato condannato a 6 anni e mezzo di carcere per “tentato omicidio”: un crimine che non ho mai commesso.

Una condanna che arriva dopo aver soltanto provato a difendere me stesso, aver subito mesi di carcere e dopo esser stato costretto a non poter fare musica, ciò che ha dato un senso alla mia vita e che poteva almeno permettermi di rimanere un essere umano.

Questo è un giorno triste per i miei fan.

Perché “Milano Angels”, il mio nuovo album, è pronto, ma non potrà ancora uscire e io dovrò stare lontano da voi, come lo sono stato in questi mesi da tante persone a me care.

Questo è un giorno triste per la Giustizia in questo Paese. Perché in tutto questo non ho mai detto di non aver commesso errori, ma ho soltanto chiesto di essere punito per quelli che ho realmente commesso. Il tentato omicidio non è tra questi, come abbiamo provato in aula, portando un’accurata ricostruzione dei fatti che lo testimonia e che purtroppo non è stata minimamente calcolata.

Questo è un giorno triste per tutti.

E lo sarà per sempre finché non permetteremo a chi ha commesso errori di ripartire. Lo sarà finché i pregiudizi continueranno a uscire di casa, quando la verità si sta ancora nascondendo. Lo sarà finché io non sarò libero, perché non lo sarà neanche chi mi ama, ma nemmeno chi mi odia. Perché la fortuna è cieca, la sfortuna ci vede, ma l’ingiustizia tocca tutti.

Perché fino a quando sarò solo un altro rapper in carcere e non una persona, non sarà libero nessuno.”

Una cosa è certa: Shiva con questa condanna avrà la carriera distrutta. Per non parlare della vita e del fatto di non poter vedere suo figlio crescere.

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