Poliziotti maiali: Frah Quintale denunciato per una foto postata su Instagram

Dopo il caso Emis Killa/Riccione è scoppiato il caso Frah Quintale/poliziotti maiali.

L’artista ha postato sul suo profilo Instagram una foto raffigurante un gruppo di poliziotti i cui volti erano oscurati dall’emoji di un maiale. Una chiara provocazione, ma che il sindacato di polizia non ha gradito, ha definito il gesto “semplice e inutile denigrazione” e “oltraggiosa parodia fotografica” e ha denunciato il cantante.

Ha superato davvero ogni limite nella sua ricerca di facile pubblicità. Ha postato un fotomontaggio in cui appaiono poliziotti in servizio col volto coperto da maschere di maiale. L’Usip ha presentato un esposto, chiedendo ogni provvedimento utile a sanzionare questo evidente abuso di quella libertà di espressione di cui siamo assertori e garanti” – ha dichiarato il segretario provinciale del sindacato, Alessio Poidomani.

A cavalcare l’onda mediatica è prontamente arrivato anche Matteo Salvini, che ha dato dello sciocco a Frah Quintale, alimentando la polemica.

Di fatto, in molti hanno condannato il gesto, ma altrettanti lo hanno compreso e condiviso. A me viene in mente una rima di Marracash “com’è che prima eravamo tutti Chiarlie Hebdo?”

Perché non va neanche più bene la satira? Perché è tutto oltraggioso, denigratorio e passibile di denuncia?

Eppure la stessa bufera si era scatenata anche su Gianna Nannini, quando ha raffigurato i poliziotti violenti con il volto di maiali nel video di “L’aria sta finendo”. In quel caso i riferimenti ai poliziotti che hanno ucciso George Floyd erano evidenti, ma anche in quel caso la Nannini si è beccata una bella denuncia.

Tornando a Frah Quintale, si è giustificato e spiegato con una serie di storie pubblicate sul suo profilo Instagram, nelle quali ha scritto: “qualche giorno fa tornando in backstage dopo un concerto pensavo di aver sbagliato strada e di essere finito in commissariato. Davanti a noi una quindicina tra poliziotti e carabinieri affollavano la zone dei camerini tenendo me e tutta la mia crew costantemente monitorati. A nostra disposizione avevamo già la sicurezza del festival e anziché trovare un clima sereno ho avuto la sensazione che le forze dell’ordine fossero lì per tenerci sotto controllo più che per proteggerci.

La foto che ho postato è stato un gesti indelicato e qualcuno si è molto arrabbiato ma onestamente andate a fare il mio lavoro e vedere me e il mio team trattati come potenziali criminali senza un motivo specifico mi ha fatto innervosire e reagire in quel modo. L’atteggiamento delle forze dell’ordine mi ha messo fortemente a disagio, facendomi sentire più vigilato che protetto e, siccome non riesco a starmene zitto, in modo stupido ho pubblicato quella foto. Non era mia intenzione farlo diventare un caso o incitare qualcuno alla violenza”.

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