Le Iene smascherano Mirko Scarcella: da guru di Instagram a guru di Indiagram

Due giorni fa è andato in onda alle Iene un servizio su Mirko Scarcella, ovvero quello che viene considerato il guru di Instagram.

 

 

 

 

Grazie ad alcuni ex clienti di Scarcella, le Iene hanno letteralmente smontato il suo mondo e il suo business, fatto di collaborazioni inventate con Trump, le Kardashian, Harvard, di interviste fake fatte da solo per fantomatiche emittenti arabe, di foto su jet privati scattate a ripetizione lo stesso giorno, di followers comprati per il suo profilo e per quello dei clienti che si sono ritrovati sì 200 mila followers, ma provenienti dall’India, dalla Tirchia, dal Brasile e compagnia bella. Peccato che per quei followers fake abbiano pagato cifre astronomiche, anche 200mila euro.

 

La domanda che mi sono posta è com’è possibile che la stampa italiana l’abbia osannato per anni come guru di Instagram? Tantissime testate hanno più volte riportato le sue gesta, è stato ospite in tantissime trasmissioni televisive, lo stesso Vittorio Feltri ha scritto la prefazione a uno dei suoi libri e nessuno di questi giornalisti ha mai avuto un dubbio sul suo lavoro e il suo personaggio. Neanche artisti come Guè Pequeno, o Boro Boro, Don Joe che puntualmente mettono like e commenti al suo profilo.

 

 

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Davanti a una presentazione del genere è normale che una persona ci caschi e spenda 8.000 euro al mese per avere i suoi servizi e le sue magie nel farti diventare famoso e virale sui social, peccato che le Iene abbiano dimostrato che i profili da lui gestiti siano virali solo con profili fake e followers comprati.

Nessuno si è mai accorto di niente? Ora tutti i siti e le grandi testate che prima osannavano il guru di Instagram contribuendo a dargli credibilità e rilevanza si ritrovano a scrivere “il guru di Instagram smascherato dalle Iene”.

 

Questa storia ci insegna che intanto la stampa scrive la qualunque senza verificare e che per diventare popolari su Instagram basta comprarsi i followers e inventarsi un personaggio e un lavoro che non si ha. Perché in questo caso non si tratta solo dell’ennesimo furbo, o presunto tale o ipotetico truffatore, ma di come la stampa abbia avvalorato e avvantaggiato la sua carriera facendo in modo di accrescere la sua fama e il suo conto in banca a discapito di malcapitati che si sono affidati alla sua fantomatica agenzia, che a quanto pare non esiste.

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