Lazza si scusa per una frase detta in 64 Bars: stiamo assistendo a una sorta di censura nel rap?
Stiamo vivendo un periodo molto particolare dove ogni minima parola fuori posto genera una polemica, dove bisogna stare attenti a parlare delle donne, a nominare la parola gay o nero, che subito scatta il caso mediatico.
Stiamo virando verso il politicamente corretto in tutti i settori. I personaggi di colore dei Simpson verranno doppiati solo da persone di colore, HBO toglie Via Col Vento, L’Oréal non dirà più sbiancante, per non parlare della questione di Marco crepaldi, come se non si volesse neanche correre il rischio che una parola o un concetto potrebbero venire travisati e causare polemiche inutili quanto gigantesche.
E sembra che questo si stia riflettendo anche sul rap. Lazza nelle 64 Bars per Red Bull dice:
“Zzala, scopo la scena, le faccio un video
e lo mando in un gruppo su Telegram” e prontamente su Instagram si scusa e spiega la sua frase.
È normale? È necessario? Assolutamente no, ma lo è perché sai che da lì al totolone sul caso di porn revenge di Telegram il passo è breve, anzi bravissimo e quindi corri ai ripari. Ma non è normale dover giustificare ogni parola detta, scritta o cantata, si sta virando non solo verso il politicamente corretto, ma anche verso la censura.
Il rap è provocazione, è prendere fatti di attualità e cronaca e dissacrarli giocando con le parole, come ha sempre fatto Fabri Fibra per esempio, e certo anche lui si è beccato indignazione, polemiche e titoloni. “Fabri Fibra è omofobo“, “Fabri Fibra appoggia il delitto di Novi Ligure“, immagina se Fibra avesse cantato oggi “potrei spararmi un colpo in testa se mi svegliassi una mattina di fianco a un gay“, cosa sarebbe successo? Guè Pequeno ha usato la parola gay in una dichiarazione su Ghali e apriti cielo, “Guè Pequeno è omofobo“.
Vedere Lazza che si scusa per una rima assolutamente innocua e di difficile fraintendimento mi fa drizzare le orecchie, arriveremo a una censura nel rap? Ci saranno parole tabù come gay o nero e argomenti sensibili da non toccare?
Perché se parli di donne in un determinato modo sei sessista, se parli di droga inneggi all’uso di sostanze stupefacenti, se dici la parola gay sei omofobo e se dici nero sei razzista.
Sembra che stiamo diventando meno liberi di prima di esprimerci.