La pagella di Rebel della prima puntata del Festival di Sanremo
È ufficialmente iniziata la lunghissima settimana di Sanremo, quella che ti fa credere che gennaio sia un mese cortissimo. Ore e ore di diretta, siparietti, battute, monologhi, ospiti e poi le canzoni, che alla fine dovrebbero essere le vere protagoniste.
Come prima serata non è andata male: Salmo ha perculato il Festival dalla nave e Blanco ha distrutto il palco.
Chiara Ferragni, la co-conduttrice della serata, si è vestita da Achille Lauro ai tempi di Me ne frego, non è un’attrice, nè una cantante e ha fatto del suo meglio: leggere una lettera scritta alla piccola Chiara, ovvero a se stessa da piccola per dirle quanto è diventata grande, ricca, emancipata, libera, forte e famosa, ma anche un po’ haterata. E per mettere a bada gli hater specifica: “non sono nuda sotto, è una ricostruzione del mio corpo”.
Che dire di Amadeus e Gianni Morandi? Coppia davvero ben affiatata ed è sempre grazie ad Amadeus se in questi anni guardiamo il Festival.
Roberto Benigni – voto 5.5
Giuro ho pensato che il discorso di Roberto Benigni fosse durato tipo 72 ore. Non finiva più…. Molto interessante a tratti e anche divertente, soprattutto quando ha parlato del quarto mandato di Amadeus al Festival, ma come sempre prolisso e lunghissimo. Un po’ come quello zio che alle cene di Natale ti racconta i suoi aneddoti e tu pensi “dai ce la puoi fare, è solo una cena”.
Chiara Ferragni aka il nuovo Messia – voto 5
Per fortuna che è arrivata Chiara Ferragni sul palco dell’Ariston a dirci che siamo libere, perché senza di lei nessuno di noi lo sapeva… Ma nelle 72 ore del discorso di Benigni non si era parlato anche della Costituzione italiana e della libertà? Eh, ma se lo dice Chiara Ferragni, allora LIBERI TUTTI.
Non se l’è cavata male come co-conduttrice, ha un po’ la sindrome di Fedez del voler parlare sopra gli altri, ma essendo sua moglie la capiamo….
I vestiti che ha indossato erano pazzeschi, è stato fatto un lavoro impeccabile, niente da dire e il messaggio che ha voluto mandare, che poi è sempre il solito, che chi la segue conosce a memoria: essere libere di essere se stesse. Niente di trascendentale.
La tv non fa per lei, si è un po’ sciolta quando ha dato lezioni di Instagram ad Amadeus, ma per il resto non ha brillato in modo particolare.
Blanco il distruttore – voto 6
Finché era con Mahmood tutto ok, poi Amadeus lo chiama Salmo, poi Branco, poi esce dopo il monologo di Chiara Ferragni il Messia Piccola Chiara, non sente l’audio negli auricolari e chi non avrebbe dato di matto al suo posto?
Ok, non si fa, era completamente fuori contesto. Avrebbe potuto fermare l’orchestra e dire “ho un problema con l’audio”, ma ha fatto un gran casino. E da una parte grazie Blanco che ci hai risvegliati dopo il monologo di Chiara.
Molto più trasgressivo dei Maneskin, questo è poco ma sicuro.
Ora però bisogna ricostruire il palco dell’Ariston….
Salmo fa il cazzo che vuole – voto 10
Grande Salmo! A bordo della Costa Smeralda in collegamento con Amadeus ha fatto esattamente quello che voleva. Ha perculato il Festival. Poteva cantare qualsiasi canzone del suo repertorio, ma ha scelto Russel Crowe con la frase contro il Festival “se hai talento nel canto non ci andare a Sanremo” e 90 Min, che è bella ricca di frecciatine all’Italia. Il tutto in pantaloncini corti, calzini, ciabatte e con tanto di tuffo finale in piscina.
Salmo è rimasto Salmo.
Muschio Selvaggio da Sanremo – voto 4
Più che Muschio Selvaggio è il one man show di Fedez. Cosa si porta dietro a fare i fratelli Sal? Che uno non sa fare nulla e l’altro è un pochino più colto, ma comunque insulso. E cosa invita a fare gli ospiti, se tanto vuole parlare solo lui? Un format davvero pessimo, che funziona su YouTube, ma in tv sembra il giornalino della scuola messo su alla buona da 3 ragazzini che provano a fare i simpatici a tutti i costi.
I cantanti in gara
ANNA OXA, voto 5
Dice che aveva la febbre, non so se era la febbre, la voglia di emulare Madonna in FROZEN, la voce che l’ha abbandonata, o la canzone. Iniziare con questa lagna è davvero da bene, ma non benissimo.
GIANMARIA, voto 5
Già che Amadeus lo ha chiamato Sangiovanni non deve averlo messo proprio a suo agio. Alla fine ha solo 20 anni, una canzone bruttina, cantata non benissimo, un po’ ciondolante come se fosse a un karaoke a fine serata dopo una sbronza con la camicia fuori dai pantaloni.
Mr. Rain, voto 3.5
Carini i bambini, ma ho rimpianto i piccioni di Povia. Forse però si è portato i bambini, perché la canzone è talmente basica e kitsch che sembra scritta da un bambino di prima elementare.
Mr. Rain è già la quota “sono qui per far numero” del Festival.
Marco Mengoni, voto 7.5
C’è chi dice che vincerà lui, io nel dubbio e ad occhi chiusi sto con Lazza, ma ha portato una bella canzone, cantata molto bene, con tutto quello che piace a Sanremo: dramma, melodramma, emozione, ritornello vincente.
Canzone perfetta per il Festival, ma si spera che non sia quella che rappresenterà l’Italia all’Eurovision.
Ariete, voto 6
Canzone carina. Ho apprezzato il fatto di parlare apertamente di un amore tra due donne, e si sente anche molto l’impronta di Calcutta che ha contribuito a scrivere il testo, peccato che Ariete non abbia cantato benissimo. Chiara glielo dici tu di sentirsi libera di cantare meglio la prossima volta?
Ultimo, voto 4
Hai presente la fatica che ha fatto Amadeus per svecchiare il Festival? Ecco è stata mandata a puttane dalla canzone di Ultimo. Ragazzo, hai 27 anni, non 72, un po’ di energia, di vitalità, di novità… Sembri già una mummia… poi non ti lamentare se non arrivi primo eh. Con una canzone del genere, anche volendo, come si fa a mandarti all’Eurovision?
Coma Cose, voto 6.5
Una delle canzoni meno peggio. Sembra però che i Coma Cose, che nel frattempo hanno avuto una crisi nel loro rapporto, ma tranquilli hanno sistemato tutto in tempo per il Festival, siano sempre uguali alla volta prima che li abbiamo visti a Sanremo. Sempre il solito modo di stare sul palco, sempre le solite mosse nel guardarsi, farsi le spalle, alla fine sembrava di vedere la puntata del 2021.
Elodie, voto 7
Ti frega Elodie, perché ha una presenza scenica pazzesca, è una brava interprete e ti piazza un ritornello che già al secondo giro lo canti.
Leo Gassmann, voto 3
Canzone bruttina, cantata male e che non funziona per niente, da nessun punto di vista. Non si capisce come sia potuto essere al quinto posto in classifica, perché una canzone così insulsa e basica, dopo averla ascoltata, pensi, ok piuttosto mi riascolto Ultimo.
Più che altro mi sembra un accanimento terapeutico Leo Gassmann, lo mettono da tutte le parti. E X Factor, e Sanremo Giovani e vince e poi ora tra i big, ma non è il caso di staccare la spina e trovargli un’altra occupazione?
I Cugini di Campagna, voto 6
Pensavo peggio. Ok, sembrano riesumati dagli anni ‘60 e rimessi lì, con le loro tutine glitterate, che i Maneskin sono già pronti a copiare per una delle loro performance negli States.
Tutto sommato la canzone è carina, vecchia ma carina, un po’ sagra del trash, ma loro sono così.
Gianluca Grignani, voto 6.5
Un po’ too much l’interpretazione, non il Grignani che ricordavamo, insomma quel figo degli anni ‘90 che ci raserà l’aiuola, ma il tempo passa anche per lui e si vede. La canzone è molto intensa, dedicata al papà, sentita, forse troppo, ma decisamente buona.
Olly, voto 6
Questo ragazzo spaccherà. Certo, cantare Polvere dopo Grignani fa un po’ ridere (battutaccia). L’interpretazione non è stata al massimo, ma alla fine è passato da Sanremo Giovani ad essere in gara tra i big in soli due mesi e ha un’energia davvero contagiosa e piacevole, che a fine serata ci ha tirati un po’ su. Non può che migliorare.
Colla Zio, voto 5
In mancanza dei Pinguini Tattici Nucleari, arrivano i Colla Zio a rappresentare la quota lol del Festival. Molto lol, molto colorata, un po’ sagra di paese, un po’ esibizione all’oratorio, destinata a non lasciare alcun segno.
Mara Sattei, voto 5
Ha voluto fare la vecchia, quella che segue un po’ le orme delle grandi interpreti italiane degli anni passati, molto passati, un po’ diva, se vogliamo, ma senza avere quel carisma e quella classe delle grandi dive, ma solo una canzone che non sa nè di carne nè di pesce. Insipida.