Jeson ci racconta Fuori da un Oblò, il suo primo Ep

Il 14 maggio è uscito Fuori da un Oblò, il primo EP di Jeson, artista emergente romano classe ’98.

Sette tracce attraverso i quali  l’artista racconta la sua Odissea psicologica vissuta durante il primo lockdown, affrontato nel peggiore dei modi possibili: ha perso il lavoro, è appena uscito dalla terapia ed è in crisi con la propria ragazza. Nei mesi della quarantena è la musica a salvarlo.
Con il suo R&B introspettivo e dalle tinte scure ci racconta quello che ha vissuto e provato in quei mesi, un racconto cupo, triste e amaro.

Ho letto che prima del lockwdown hai avuto momenti difficili, che periodo è stato?

È stato un periodo difficile per tutti, io nel mentre ero poco stabile di testa quindi si è complicato tutto, ho avuto dei problemi nei rapporti personali e nel lavoro ma è tutta una questione di prospettiva: cambiarla delle volte può aiutarti a capire cosa conta e cosa no.
Tanti problemi vivevano dentro di me perché io lo permettevo, una volta capito questo è stato molto più facile affrontarli.

Si può dire che la musica ti abbia salvato?

Non mi sento di dire che mi ha salvato, mi ha aiutato a crescere molto, è stata come una madre per me con cui mi sono confidato fino ad oggi.

Il disco mi è sembrato cupo, triste e tormentato, è una sorta di flusso psicologico?

Si, è un viaggio che nasce dentro di me ho creato una storia per renderlo evidente al livello di immagini in maniera tale che agli occhi di qualcuno potesse arrivare più diretto, scrivere questo EP. È stato come spogliarsi e dire “io sono questo e lo accetto”.

Quello che manca dal mio punto di vista è un qualcosa di più allegro e travolgente, hai in cantiere brani meno cupi?

La mia scrittura è introspettiva e se sto attraversando dei periodi bui non posso fare pezzi felici però non escludo il fatto che possa succedere.
Mi piace scrivere cose che possano far riflettere, è la mia identità…perché cambiarla? Perché magari omologarmi a ciò che fanno gli altri?

Per chi non lo ha ascoltato, quali tracce consiglieresti di sentire per prime?

Diario di Bordo, Non darmi ragione e l’Unico.

Per quanto riguarda il suono, ho sentito una sorta di R&B influenzato da The Weeknd, come sei arrivato a queste sonorità?

Ho sperimentato molto prima di arrivare qui, ascolto l’R&B da un bel pò di tempo e mi prende molto. Prima rappavo tanto, e da poco ho scoperto di poter lavorare con la voce a qualcosa di più melodico. Forse è anche per questo che in queste tracce trovi entrambe queste influenze.
C’è comunque ancora molto da fare per crescere però so per certo che questa è la mia strada e voglio percorrerla, avere le idee chiare in questo campo è tutto e io penso di esserci riuscito.

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