Il regista del documentario sulla tragedia di Astroworld definisce Travis Scott un criminale
“Travis Scott è un criminale, non va perdonato, merita le critiche e il carcere”. Così il regista e produttore Charlie Minn ha definito il rapper.
È lui l’autore di “Concert Crush: Travis Scott Festival Tragedy” il nuovo documentario sulla tragedia di Astroworld dove hanno perso la vita 10 persone.
Il documentario è evidentemente di parte e si concentra su chi ha perso la vita, è rimasto ferito e ha vissuto in prima persona quell’esperienza attraverso testimonianze e filmati.
“È difficile spiegare ad amici e familiari cosa abbiamo visto e cosa abbiamo effettivamente passato e penso che il documentario darà a molte persone l’opportunità di capire“, ha detto Frank Alvarez, che ha partecipato al concerto.
Concert Crush: Travis Scott Festival Tragedy mette in evidenza ciò che gli spettatori hanno vissuto e cosa ha portato alla tragedia, ha detto Minn, che ha anche realizzato documentari sulle sparatorie mortali del 2018 in una scuola superiore suburbana di Houston e sulla violenza lungo il confine tra Stati Uniti e Messico.
Dal documentario emerge che Scott avrebbe potuto fare di più per prevenire le condizioni che hanno portato alle vittime, ma Minn si chiede anche se altri, tra cui Live Nation e la polizia di Houston, avrebbero potuto fare di più per migliorare la sicurezza o rispondere più rapidamente al pericolo. Minn ha detto che Scott, Live Nation e la polizia di Houston hanno rifiutato di essere intervistati per il documentario.
Charlie Minn non ha dubbi: “Travis Scott secondo me è un criminale, dieci persone sono morte a causa sua, come possiamo perdonarlo?
Merita sia le critiche che il carcere dal momento che era a conoscenza dell’esistenza di un problema e non ha fatto nulla. Ha visto un’ambulanza tra la folla, si è accorto che le persone stavano svenendo e ha interrotto lo spettacolo in tre occasioni. Non sto dicendo che sapesse che le che le persone fossero morte, ma che sapeva che c’era un problema. Un’ambulanza non è un camioncino dei gelati”.
Di tutt’altro avviso sono i legali di Travis Scott e quelli della società che ha organizzato l’evento, Live Nation. In ballo ci sono 400 cause riunite in un’unica causa civile che rappresenta quasi 2.800 persone. I legali sostengono che questo documentario sia di parte, ingiurioso nei loro confronti e che potrebbe influenzare la giuria del processo.