Il Ceo di Fimi è incazzato per la riapertura degli stadi a discapito dei concerti. E gli artisti? Muti
Si sta parlando in questi giorni di riaprire gli stadi con una capienza del 25% in vista degli Europei 2021 che iniziano a giugno.
Una bellissima notizia, un segno di ritorno alla normalità, ma la musica?
Il calcio è la priorità, ok, e la musica? Il Ceo di Fimi, Enzo Mazza, è alquanto incazzato e ha così commentato la notizia:
“È evidente che siamo di fronte ad una farsa. Si dibatte su protocolli stringenti sui quali dovrebbe esprimersi il CTS, per consentire quest’estate eventi musicali con mille o poco più persone all’aperto, e nello stesso momento si approva un piano per l’accesso di oltre 16mila persone all’Olimpico in occasione degli europei di calcio? I danni causati al mondo dello spettacolo e della musica dal vivo dopo oltre un anno di pandemia e restrizioni sono immensi. Un settore distrutto, lavoratori dispersi e senza risorse, piccoli club che hanno chiuso per sempre e ora si scopre che una decisione politica può derogare alle restrizioni sanitarie? È ridicolo. Penso che artisti e addetti ai lavori non debbano accettare una discriminazione di tale portata. Deve essere immediatamente aperto un tavolo di confronto per ottenere quanto meno un trattamento equivalente. Se è possibile accedere in uno stadio con 16mila persone per il calcio deve essere possibile anche per un concerto. E’ una questione di principio, il mondo della cultura non può essere trattato in questo modo“.
E ha ragione, cazzo.
Ma dove sono gli artisti? Perché nessuno dice nulla? Qui, salvo sponsorizzare le proprie uscite, lanciare frecciatine ai nemici immaginari, mostrare soldi e gioielli, piagnucolare perché senza i concerti non si guadagna, o dire senza concerti non pubblico il disco, non si fa.
È mai possibile che a nessuno interessi un cazzo? Che l’importante è mettersi in tasca i soldini delle major e le percentuali dei tuor già in vendita e vaffanculo il resto?
Ma dov’è finito il rap che lotta e si espone per problemi sociali?
TUTTI MUTI. Come se fosse normale.
Il settore sta morendo, i locali sono in ginocchio, così come tutti quelli che vi lavorano e arriverà il momento in cui i club non potranno più pagare cachet esorbitanti per 15 minuti di djset, altri saranno falliti, o chiederanno cifre più alte per ospitare i concerti e a quel punto, quando verranno toccati i portafogli degli artisti, allora forse inizieranno a tirare fuori le palle davvero.
Come ha scritto Dj Kosmi nelle sue Ig stories, insieme ai club e come conseguenza della crisi dei club, sta morendo anche la musica, i dischi, i numeri calano e questo dovrebbe essere uno stimolo per gli artisti a far sentire la propria voce. Invece, no. È evidente.
Per fortuna che il Ministro della Cultura Franceschini è d’accordo con Enzo Mazza e chiede lo stesso trattamento riservato al calcio anche per i concerti.
Spettacolo, #MiC: pubblico negli stadi? Stesse regole di calcio anche per concerti. Comunicato stampa: https://t.co/I6auDNA4lR / #MinisteroDellaCultura #COVID19 pic.twitter.com/RRemhRRUBB
— Ministero della cultura (@MiC_Italia) April 14, 2021