Ghali sta segnando una nuova era. Parola sua
Ghali oggi ha pubblicato Walo, il suo nuovo singolo che verosimilmente anticipa il nuovo album.
Walo è ispirato ai suoni nord-africani utilizzati soprattutto nelle cerimonie berbere e segna il ritorno alla collaborazione con Fawzi già produttore ed ex membro dei Tropue D’Elite. “Me derna walo” è la frase che come un mantra si ripete nel ritornello e significa “Non abbiamo fatto niente”: è una dichiarazione di innocenza da parte delle popolazioni che ogni giorno subiscono il peso delle scelte dei potenti, una dimensione collettiva e cosciente che nella musica di Ghali è sempre presente.
Il rapper ha pubblicato nelle sue IG stories un lungo pensiero nel quale da una prende in giro i colleghi che si vantano di featuring internazionali pagati profumatamente. E dall’altra sostiene di essere pronto a portare una nuova wave e un suono mai sentito prima nel mondo. E Walo rappresenterebbe proprio il primo tassello di questo nuovo suono.
“Vorrei dirvi una cosa senza aver paura che venga interpretato male il mio tono di voce o che venga scambiato per arrogante.
È la prima volta che sentite un sound del genere in Italia e nel Mondo.
Ora che il cemento è ancora fresco vi avviso che io e Fawzi l’abbiamo fatta grossa e che questo giorno segna ancora un nuovo checkpoint nella musica in Europa anche se per molti è ancora presto per percepirlo.
Mai successo di sentire un rappato su questa drum.
Questo è tanto quanto la trap, tanto quanto la drill e chi dice il contrario non mette da parte i pregiudizi nei miei confronti.
D’altronde mi succede dal 2010 di subire bigotti e leoni da tastiera.
Ho dovuto staccare dai social per diversi mesi per immergermi nel mio mondo è creare una nuova bolla.
Volevo tornare da voi con un disco speciale, lavorato con il cuore e con una voglia sfrenata di salire sul palco con un repertorio musicale ancora più forte di prima.
Nell’assenza ho lasciato che tutti parlassero, si sfogassero e rilasciassero i loro progetti. Dal 2016 la musica italiana va di inerzia, me compreso, quella wave è stata apri porte e spremuta fino alla buccia. Tutti a dire “Non siete pronti, non siete pronti” e quando esce la musica mi accorgo di aver messo la cintura di sicurezza per nessun motivo. Questi scarsi, nelle loro canzoni parlano della mia vita più della loro.
Parlano del mio passato più del loro. Parlano più dei miei soldi che dei loro senza trovare un modo innovativo per dirlo.
Tutti che si ammazzano di featuring per raggiungere dei numeri che da soli non riusciranno mai a fare. Tutti che pagano featuring internazionali con cui la sera mangio la pizza e non sanno manco a chi hanno mandato la strofa.
Il mondo e il mercato musicale non è come quello che tanti artisti si immaginavano da bambini. L’algoritmo rende insicuri e le playlist bloccano la crescita artistica.
Ma la musica dov’è? Italiani svegliatevi.
A sto giro vi dovete preparare perché lascerò di nuovo il segno e inchallah questo disco farà capire definitivamente a tutto il panorama che sarò qui ancora per tanti anni.
Voglio dimostrare a tutti che stiamo segnando un’era, non un periodo.”
Da dove inizio?
È vero che intorno a Ghali c’è molto pregiudizio, ma è anche vero che in parte ha contribuito a crearlo.
È vero che molti rapper italiani si vantano di featuring internazionali pagati ad artisti che non hanno la minima idea di chi sia il rapper a cui hanno fatto la strofa. Ed è vero che la maggior parte della musica ora sia di plastica e tutta uguale. Nessuno porta niente di nuovo. Si copia quello che fanno all’estero, che sia USA o Europa e, o lo si incolla malamente, o si prova a farlo proprio. È anche vero che i dischi sono pieni di featuring per poter fare i numeri che da soli in pochi sarebbero in grado di fare. Così come è vero che molti dei racconti di soldi e lusso sfrenato siano del tutto inventati.
Essere egocentrici fa parte del rap e un po’ di autocelebrazione gliela concediamo a Ghali. Ma dire che sta per portare qualcosa di mai sentito nel mondo equivale a dire “non siete pronti”, che poi è la stessa cosa che critica nelle sue parole.
E se è Walo quello a cui non siamo pronti, allora sì non siamo pronti.
Anche se è da apprezzare qualcuno che si sforza di portare qualcosa di nuovo in un mercato musicale davvero piatto e saturo. Così come è da apprezzare chi dice le cose come stanno soprattutto riguardo ai featuring internazionali.
Staremo a vedere se Ghali lancerà davvero una nuova wave. O se sarà solo l’ennesima sparata nel mucchio.