G.bit e Young Signorino: non sono i wannabe della scena trap
Molti di voi mi criticheranno, ma sono gli stessi che criticano Young Signorino e poi lo seguono, leggono ogni articolo su di lui e lo cercano su Google. A me G.bit e Young Signorino piacciono.
Non dico che me li ascolto giorno e notte, nelle mie playlist ho tutt’altro tipo di rap, resto fedele a Fibra, Marra, i Dogo, Guè, Salmo, Noyz, Achille Lauro, ma sono due che mi fanno prendere bene. Un po’ come Samuel Heron, che sicuramente viaggia su un livello nettamente più alto per flow e contenuti, ma Young Singnorino e G.bit mettono, ognuno a loro modo, allegria. Non sono i soliti trapper griffati monotematici che parlano solo di Gucci, donne, soldi e droga. Per carità Young Signorino non parla proprio, contenuti e testi zero, ma lo fa bene. Non si può guardare il video di ‘Mhh ha ha ha’ senza ridere.
Che sia un troll l’ho sostenuto più volte, ma che lo sia o meno, che ci faccia o ci sia ha trovato un modo, per quanto a molti possa sembrare insensato, di emergere e far parlare di sè. Avrebbe potuto fare la copia della copia della copia, essere l’ennesimo wannabe nell’inflazionato mondo trap, dove molti suonano per lo più uguali, invece ha trovato una sua dimensione assolutamente fuori e fuori dal comune. In un personaggio così non puoi metterti a cercare i contenuti o a guardare i testi perchè non ci sono, puoi fermarti e dire è scemo. Oppure puoi fare un passo in più e dire forse sembra scemo, ma magari lo sta facendo apposta, magari vuole essere la caricatura della nuova ondata di trap, dove tutti sono per lo più omologati, imprigionati in un personaggio street che a volte neanche gli appartiene, con quei sksksks e ya ripetuti all’infinito in testi che all’apparenza sembra dicano qualcosa, ma che in realtà non dicono niente. In tutto questo Young Signorino non finge di dire qualcosa per non dire niente, non dice niente e basta.
Ma è comunque un’altra faccia della musica. Una faccia che nella dance c’è sempre stata. Intere canzoni anche di artisti molto famosi nel genere sono basate sulla ripetizione di una frase o parole a caso e tutti le abbiamo ballate senza fare i critici musicali della situazione.
Stessa cosa è per G.bit. Lui, a differenza di Young Signorino, sa rappare, ha un ottimo flow e qualcosa dice, ma è comunque per lo più schifato e criticato perchè diverso. I suoi pezzi li ascolto sempre con piacere, oggi tutti ci affliggono con i loro problemi esistenziali, con i soldi che hanno, le donne degli altri che vanno con loro perchè più fighi, le cinte Gucci, la droga ovunque e che palle! G.bit è un preso bene, uno che ride e fa ridere e nel farlo sa dire la propria opinione, sa portare altro rispetto ai soliti contenuti ormai obsoleti, triti e ritriti.
Oggi tutti fanno trap, tutti possono farla, provarci, provare a emergere e alcuni ce la fanno anche. Il problema è che, salvo alcuni nomi, gli altri sono per lo più omologati. Se ci bendassero e ci facessero sentire alcuni pezzi trap di artisti italiani molti non riusciremmo neanche a riconoscerli, chi spicca lo fa per altro. O perchè si è costruito un personaggio o perchè fa musica in modo diverso dalla massa e non risulta un wannabe della scena. Ora non voglio fare di tutta l’erba un fascio e accumunare artisti diversi tra loro, ma Quentin40, Samuel Heron, G.bit, Young Signorino, Junior Cally per un motivo o per l’altro, chi per competenze reali nel flow e nella tecnica, chi per eccentricità e personaggio sono ad oggi gli outsider della massa trap. Sono quelli che hanno saputo fare qualcosa di diverso dagli altri, che hanno scelto una propria strada, senza per forza seguire come capre al pascolo la massa e per me hanno assoluta ragione di esistere. E nel caso di Young Signorino e G.bit, la musica non deve per forza parlarci di strada, o parlarci, può anche farci sorridere, ridere e ballare e basta.