Forse dovremmo prendere tutti lezione di umiltà da Drake
Drake è l’artista del decennio. Lo ha detto Billboard assegnandogli il premio ai Billboard Music Awards, ma indubbiamente tutto il mondo non può che essere d’accordo.
Per festeggiare ha quindi deciso di affittare uno stadio, più precisamente il SoFi Stadium a Inglewood e di dare una mega festa con tantissimi ospiti, tra cui The Weeknd, Dj Khaled, LeBron James e molti altri, ma quello che colpisce, oltre ovviamente alla sfarzosità e grandezza della festa con fuochi d’artificio, torri di champagne e quant’altro, è il discorso fatto da Drake.
Drake si mette in discussione, avrebbe potuto vantarsi, buttare fuori spocchia e un ego gigantesco, ma invece si mette in discussione. Ecco, forse essere grandi artisti vuol dire proprio, non solo avere un grande talento, ma mettersi costantemente in discussione, non essere sicuri al 100% di ciò che si è fatto, ma cercare cosa si è sbagliato. Lasciare un po’ le cose al caso, ma non adagiarsi mai ad ogni piccolo o grande traguardo raggiunto. Drake ce l’ha fatta. Indubbiamente è uno su un milione, ma nonostante non esista una formula, fa riflettere sentirlo pronunciare queste parole.
“Sono davvero consapevole della mia musica, ma mi chiedo sempre se avessi potuto farlo meglio.
Per chiunque stia guardando questo traguardo chiedendosi come sia potuto succedere, questa è la vera risposta: essere così insicuro di come lo stai facendo che semplicemente vai avanti nella speranza di capire la formula. Ti senti così fortunato e benedetto, che la paura di perderti ti tiene sveglio la notte.
Non ho scritto un discorso grandioso su come sono arrivato fino a qui, perché ad essere sincero nemmeno io lo capisco del tutto.
So solo di aver passato una quantità incalcolabile di ore cercando di analizzare tutte le cose che ho sbagliato, ma stasera, per una volta, sono sicuro che abbiamo fatto qualcosa di giusto“.