Cosa non abbiamo capito del video in cui Massimo Pericolo dice “fatevi la galera m***e”?

L’altro giorno ho pubblicato sul mio profilo Instagram il video promozionale del nuovo videoclip di Emis Killa, Massimo Pericolo e Jake La Furia, L’ultima volta. Si tratta di un video in cui Massimo Pericolo dice “fatevi la galera merde” e Jake La Furia ride di gusto. Ho postato questo video a fine giornata perché lo ritenevo particolarmente ironico e divertente e mai mi sarei aspettata di leggere commenti contro Massimo Pericolo, Emis Killa e Jake La Furia.



Pensavo fosse chiaro che, se una persona che è stata in prigione e ha sempre parlato in un determinato modo del carcere sia nelle interviste, sia nei testi delle sue canzoni, dice “fatevi la galera merde” questa frase fosse da interpretare con ironia. Evidentemente mi sbagliavo. Evidentemente sono stata quasi l’unica a cogliere l’ironia. Tra i vari commenti, mi sono soffermata in particolare su due persone, una è stata in carcere otto anni e l’altra è agli arresti domiciliari. Entrambi non hanno colto l’ironia che ho colto io. Forse è una sorta di black humor, forse è stata un’uscita poco felice quella di Massimo Pericolo e facilmente mal interpretabile, tanto che oggi ha deciso di spiegare le sue parole tramite una serie di Instagram stories.
Mi è dispiaciuto un botto leggere i commenti anche di gente che appartiene alla stessa categoria di cui faccio parte io e che ho sempre difeso anche nelle interviste, in televisione. Sono diventato un meme perché ripeto sempre che la galera è sbagliata e non la auguro a nessuno. Fatevi la galera era detto in modo ironico alla gente che parla e non sa un cazzo, non sa di cosa parla, fatevi la galera, così capite che non è bella la galera. Ci tengo a spiegarlo perché sono cose importanti per me e non credo proprio che qualcuno non sappia che non sono importanti per me, ma sono sicuro che qualcuno non ha capito“.



È evidente che le parole di Massimo Pericolo non siano state capite, tanto che lo stesso Jake La Furia, tramite il suo ufficio stampa, si è detto molto dispiaciuto nel leggere quei commenti.
Un video che avrebbe dovuto essere ironico e strappare un sorriso si è trasformato in un modo per puntare il dito contro Massimo Pericolo, Emis Killa e Jake La Furia e mettere in discussione la loro credibilità artistica e personale. Questo dimostra quanto, in questo preciso periodo storico, si debba per forza di cose stare attentissimi a ciò che si dice. Soppesare ogni minima parola, perché il rischio di finire al centro di polemiche e polveroni è dietro l’angolo e sempre in agguato, pronto a travolgerti. E allora che fine ha fatto la libertà di espressione? Se ne è andata a fanculo?
Troppo spesso vediamo in tv e sui media trasmissioni e articoli che puntano il dito contro il rap, i suoi testi e i suoi esponenti con argomentazioni assurde di chi non capisce un cazzo di questo genere musicale e come li chiamiamo? Boomer, no? Ma forse non siamo così diversi da loro. Certo, i commenti su un social network devono avere il peso che effettivamente hanno, ma l’impressione è che se da una parte questa libertà di espressione stia realmente venendo a mancare, dall’altra ci sentiamo tutti un po’ giudici intransigenti e difficilmente riusciamo a mettere da parte le polemiche e le accuse per farci una sana risata.

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