Com’è stato il primo concerto di Rondodasosa a Milano?

Dopo tante date annunciate e annullate per motivi non dipendenti da lui, finalmente Rondodasosa ha tenuto il suo primo concerto a Milano.

Onestamente pensavo di trovarmi davanti un artista acerbo, poco capace live e molto spocchioso, ma per certi versi mi sono dovuta ricredere.

Rondo dal vivo è decisamente meno peggio di Paky. Che poi qui ci sarebbe da aprire un capitolo, perché è ridicolo che un artista con all’attivo un disco e una deluxe pubblichi un documentario sulla sua vita. Siamo davvero alla fantascienza pura. Ma non è di certo questo il contesto per parlarne.

Tornando a Rondo, ha tenuto un live di quasi 2 ore, dove ovviamente la canzone sotto e l’autotune l’hanno fatta da padrone, ma ha dimostrato di avere una buona padronanza del palco, di sapersi destreggiare con la voce, un ottimo rapporto con il suo pubblico e un’umiltà che non mi aspettavo.

In diverse occasioni Rondo ha detto chiaramente che per lui era un sogno diventato realtà essere su quel palco, ha ringraziato le persone che lo hanno sempre supportato e ha mostrato rispetto e gratitudine per chi, come Capo Plaza, lo ha sostenuto fin dall’inizio.

I LIVE SONO UN’ALTRA COSA

Certo, i live sono un’altra cosa. I live non sono canzone sotto e autotune a mille con tanto di lunghi momenti in cui senti solo la canzone, ma questi giovani artisti sono più abituati a cercare di spaccare in studio con tutti gli aiuti del caso e sui social, piuttosto che live. E questa è la piega che sta prendendo la musica negli ultimi anni.

Concerti che alla fine sono playlist con l’artista presente e niente di più.

Rondo, però, a parte questo, è riuscito a empatizzare molto con il pubblico, a raccontarsi e raccontare, e a non limitarsi alle classiche frasi “Milano ci sei?” “la conosci questa”, che usano un po’ tutti, anche rapper super navigati come Luchè.

LE CONVERSAZIONI CON L’AUTOTUNE

Hai presente quando, un po’ di anni fa, Achille Lauro durante un concerto ha detto “a ragazzino” con l’autotune? Quanto era diventato un meme quel video?

Beh ora sarebbe nulla in confronto a quello che vediamo quasi regolarmente sui palchi. Artisti che, oltre a cantare con la canzone sotto e con l’autotune a mille, parlano tra loro e con il pubblico sempre con questa voce robotica.

Ma c’è anche chi non sa cantare neanche con l’autotune. È il caso di Anna, che ieri sera ha raggiunto Rondodasosa sul palco per cantare Babe. Giuro: in tantissimi anni di concerti non ho mai sentito nulla di più brutto di Anna dal vivo. Inascoltabile e pessima. Neanche l’autotune è riuscita a darle una mano. Il peggio del peggio.

Ma quindi com’è stato il primo concerto di Rondo a Milano?

Sinceramente non male.

Ha sicuramente molta strada da fare per diventare un buon performer, ma nonostante ci siano gap stilistici e tecnici notevoli, sicuramente può migliorare molto. Sa porsi molto bene con il pubblico, sa intrattenerlo, e tenere il palco. Ha una buona energia e soprattutto ha la testa per creare qualcosa di grande.

Per certi versi mi ricorda molto Sfera Ebbasta.

A livello di live, Rondo è molto meglio rispetto ai primi live di Sfera, ma come Sfera ha una visione più ampia. Non a caso è l’unico artista italiano che si sta facendo strada all’estero. Basti pensare alle collaborazioni con Central Cee, nate da un rapporto vero e non dal classico feat comprato, ma anche al fatto che sta mettendo un piede anche negli USA con la collaborazione con il brand di Drake e ora con Worldstar hip hop, uno dei magazine più forti del panorama rap statunitense.

Quello al Fabrique di Milano credo sia stato solo un tassello di quello che Rondo potrà fare e diventare.

E al di là di tutto, si merita quello che sta avendo. È uno dei pochi che davvero possiamo dire che abbia fatto tutto da solo. All’inizio non è stato supportato da nessun big della scena, è stato haterato e preso in giro, ma è andato avanti come un treno e alla fine qualcosa ha costruito. E questo sicuramente gli va riconosciuto.

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