Canerandagio Parte 1 di Neffa – la recensione di Rebel
Il guaglione è tornato sulla traccia. Neffa, a 57 anni, è tornato al suo primo amore, il rap e lo ha fatto con un disco che è uno spettacolo vero. Potrei dire che 9 tracce su 10 sono in featuring, che gli ospiti sono troppi, che c’è un po’ di tutto ed è vero. Ma il tutto è estremamente perfetto, in linea con Neffa, con il suo essere cupo, con la scelta delle produzioni, che suonano come un classico contemporaneo e con i racconti. Questo è un disco che parla, che racconta, che punta sulla narrativa. E in questo gli ospiti sono scelti in modo molto accurato, ognuno di loro “serve” nel contesto in cui è inserito e dà un valore aggiunto. Inoltre ho anche pensato che questo disco si chiama Canerandagio Parte 1 il che fa supporre che possa arrivare una parte 2, magari con meno ospiti, ma devo dire che, nonostante non ami i dischi colmi di ospiti, questo non posso non amarlo.
C’è da dire che Neffa ci ha fatto aspettare 25 anni per risentirlo tornare al rap, penso anche che in questo lungo tempo lui abbia sperimentato parecchio, che sia carina La mia signorina e anche che il suo lato pop/funk/soul non fosse per niente male, ma che è nel rap che trova la sua dimensione migliore.
Forse lo ha capito anche lui, che è questo il genere che più lo rappresenta e nel quale può davvero alzare l’asticella, forse lo ha capito un po’ tardi, ma come si dice, meglio tardi che mai, no?
Ha fatto il suo ritorno in punta di piedi, senza tornare da super divo, ma dandoci un assaggio di quello che ha da dire e sa fare. Anche perché in 25 anni il rap è cambiato, i protagonisti sono cambiati, il pubblico pure e, diciamolo, molti degli ascoltatori di oggi non sanno neanche chi cazzo sia Neffa.
Lui torna, così, con un disco che ci rimanda a uno che ha fatto la storia del genere, sì mi riferisco a SXM, e con quel fare hip hop in modo quasi minimal, come un vestito di Jil Sander, scarno, cupo, ma diretto, efficace. E soprattutto ricco di contenuti da farti girare la testa, colmo di riflessioni amare, critica sociale, ma non pesante. Un qualcosa che prende dal passato e lo porta nel presente, come la traccia Hype con Fabri Fibra e Myss Keta, che è una riedizione di Scattano le indagini di Fibra contenuto in Turbe Giovanili, come a voler chiudere un cerchio. Prendere un qualcosa del passato e dargli nuova vita.
Canerandagio Parte 1 è un album da ascoltare tutto, che arriva a volte delicato, altre come uno schiaffo in faccia, ma nel quale il suo protagonista resta quasi in disparte. Muove i fili, cura tutto, ma resta defilato, nonostante si senta che è lui a fare da curatore e gli ospiti riescono a dare le loro visioni, a dare il massimo senza però oscurare il protagonista.
Questo disco, al di là di numeri e classifiche, è una perla rara, è uno di quei progetti talmente densi che non può non lasciare un segno.