5 tra le canzoni più brutte del 2021

Sì, lo so, non si può dire che una canzone è brutta, perché c’è del lavoro dietro e perché anche gli artisti sono persone con sentimenti ed emozioni. Però anche noi siamo persone con sentimenti, emozioni e orecchie. E soprattutto siamo liberi di dire che qualcosa non ci piace e se il New York Post ha scritto che Donda Chant è una delle 5 canzoni più brutte del 2021, nonostante non sia neanche una canzone, aggiungendo che la mamma di Ye si rivolterebbe nella tomba (commento di pessimo gusto), io che non sono nessuno posso tranquillamente stilare la mia lista delle 5 canzoni più brutte del 2021. Tanto lo giuro, nessuno vince niente e nessuno perde niente.

5 TRA LE CANZONI PIÙ BRUTTE DEL 2021:

1. BONITA DI YOUNG SLASH FEAT. VILLABANKS

Giuro che si può parlare di strada senza dire sempre le stesse cose già dette nel corso dei decenni da altri, senza la solita metafora della tipa che vuole i tuoi soldi, ma le va bene anche la droga, di quello che hai in tasca e via dicendo. Anche perché, sfatiamo un mito, non credo che Young Slash e Villabanks abbiano tutti questi soldi, insomma non sono né Lil Uzi Vert, nè Guè, quindi basta scimiottare gli altri e fingere di avere uno status che non si ha.

2. BABY DI BABY GANG

Saró ripetitiva, ma si possono raccontare la strada e un passato difficile decisamente meglio, e Mondo Marcio da questo punto di vista insegna, dal momento che a soli 16 anni ha scritto testi sull’infamzia difficile decisamente migliori. Il testo di Baby Gang sembra un testo che, senza mettere in dubbio la sua veridicità, ci riporta nei soliti cliché già sentiti e risentiti. Non c’è niente di eclatante o stilisticamente rilevante, in più è accompagnato da una voce e da un flow che non lo arricchiscono minimamente.

3. IL DOC DI VILLABANKS FEAT. PAPA V

VillaBanks ha pubblicato un brano proprio per San Valentino, Il Doc con Papa V. Un brano che fotografava esattamente la situazione dei single, che vorrebbero scopare almeno il 14 febbraio, ma la pandemia ha reso purtroppo difficile anche una semplice scopata.

Il Doc non è stata di certo la canzone di San Valentino, ma è penosa. Il tutto si racchiude nella frase che apre la canzone “serve una che mi succhi il cazzo il 14 febbraio”. Forse al posto di farci una canzone, bastava mettere un annuncio su internet.

4. SOLO/ALONE DI RONDODASOSA

Un brano dal titolo bilingue giusto per sottolineare la sua internazionalità che è stato pubblicato grazie a una petizione. Sono stati infatti i fan di Rondo a firmare per farlo uscire.

Rondodasosa prova ad essere un po’ più intimo e a raccontarci il peso del successo. Mi verrebbe da chiedere quale successo? No, perché qualche followers su Instagram e qualche views su YouTube non fanno di nessuno una persona di successo. Ma, nonostante apprezzi questo lato intimo di Rondodasosa, il testo è pieno di luoghi comuni, come quelli che trovi anche nei bigliettini dei Baci Perugina.

Eccoli:

1. Più sei famoso e più sei solo

2. Cambiare me stesso non è quel che voglio

3. Fare ‘sti soldi lo sai che non mi renderà felice

4. Non smetterò di fare soldi, non smetterò di farne il doppio

5. Sai quante volte ho sbagliato nella mia vita

6. Tieniti stretto chi c’è dall’inizio, non ci saran per sempre

La parte migliore arriva nella seconda strofa, dove Rondo prova a fare delle rime e intanto un MC muore: un G con un G di bianca su un g-wagon, grr-pow, wagwan Blicky movie baby, mama blacka lagga.

5. MAMACITA DI SKI E WOK FEAT. MAMBOLOSCO

Questa canzone mi ha stupita perché ha ben sei strofe. Un pezzone insomma. In sei strofe puoi dire davvero di tutto e invece non viene detto niente. FANTASTICO.

Il momento clou è: “se vedi i cops nella via Ave Maria”. Poi ovviamente c’è anche spazio per gli altri rapper, che Ski & Wok murano vivi. E chiudiamo in bellezza con skrrt skrrt sugli sci, che anche a Capodanno è un must.

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