Com’è il disco di Red Bull 64 Bars?

Finalmente un po’ di rap.

Red Bull 64 Bars, The Album è indubbiamente un disco anomalo. Non trovi dentro ritornelli catchy, o quei brani che servono a passare in radio, ma solo barre e rime. Sinceramente credo che sia esattamente quello di cui il rap italiano e il suo pubblico aveva bisogno.

Il disco segue esattamente la regola del format: un MC, un beatmaker e zero ritornelli.


È un genere musicale strano, il rap. Vive attraverso regole molto particolari, attraverso codici che sono riconoscibili e condivisi prima di tutto da chi ne è vero appassionato. La credibilità è un caposaldo. In modo molto naturale, Una sorta di routine attraverso la quale un MC si esprime al microfono per 64 misure e deve farlo senza ritornelli, senza vie di fuga, senza rete, collaborando con un producer scelto per l’occasione, anche attraverso accostamenti spesso inediti, per rendere il tutto ancora più unico e rischioso: questa è la formula.

La parola chiave è immediatezza. Poco tempo per preparare il testo e le musiche, poco spazio per prendere respiro. La competizione è serratissima, sia con se stessi, sia con chi si è già misurato con questo format, ma anche con la necessità di mantenere alta la tensione lirica ed emotiva per un lasso di tempo che va ben oltre la durata abituale della strofa standard, stravolgendo le regole commerciali e radiofoniche consolidate. Via libera alla sperimentazione, alla voglia di stupire, all’artificio verbale, alla punchline che mette KO l’ascoltatore percorrendo metafore acrobatiche, rime inaspettate ed adrenalina a mille, senza un attimo di respiro. Una sfida artistica eccezionale. Una sfida intrisa di autenticità – l’autenticità senza compromessi della migliore cultura hip hop.

Questo è quello che fa di Red Bull 64 Bars e del disco uscito oggi una vera sferzata di rap puro. Metti play e pensi GRAZIE.

Nel disco troviamo 14 brani: 10 inediti, 4 già usciti, le strofe di Geolier, Beba, Rkomi, Izi, Sina, Ernia, Blanco, Pyrex, Marracash, Gué Pequeno e Lazza e le produzioni di Luchè, Dat Boi Dee, Junior K, Low Kidd, Pherro, Greg Willen, Drast, Dade, Marz, Crookers, Nic Sarno, Shablo e Drillionaire.

Ad aprire le danze c’è Ernia con Lewandowski VIII. Due Lewandowski in una settimana. Due bombe sganciate da Ernia, che al microfono sa sempre come spaccare.

Devo dire che tutti gli artisti presenti nel disco hanno dato il massimo, dimostrando come si fa questo gioco del rap, ma a colpire sono Rkomi, Carl Brave e Beba, che ultimamente avevano virato verso sonorità e flow meno serrati e che hanno dimostrato di essere ancora ottimi MC.

Red Bull 64 Bars è una formula che riporta il rap alle sue origini. Un disco, che barra dopo barra, MC dopo MC, ti fa dire wow e poi andare su Google a cercare il testo, per capire quella citazione, per comprendere quell’incastro. Ma il rap, oltre alle sue regole e alla sua tecnica, è anche un po’ comico e così, ascolti certe barre e ti scappa un sorriso, della serie l’ha detto davvero.

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