Marracash è vivo, possiamo dormire tutti tranquilli ora?

A comunicarcelo è stato proprio lui via Insta stories. “Sono vivo e sono a Tokyo” queste le parole usate dal principe di Barona.

Meno male perché eravamo tutti un po’ preoccupati, per fortuna che settimana scorsa l’abbiamo visto in carne ed ossa intervistare il sindaco di Milano, se no avremmo prontamente chiamato Chi l’ha visto. La cosa che più di tutte fa pensare è che quando vai a un party noti chi non c’è e non chi c’è, questo vale anche per la musica e per Instagram stesso. È una caratteristica insita nella natura umana. Guardiamo le storie di tutti, siamo assuefatti dalle continue uscite musicali, ma prestiamo attenzione a chi non si mostra sui social e a chi non fa uscire musica di continuo. Ok, però tre anni sono un ritardo, o no? Facciamoci due conti, tralasciando la parentesi Santeria, Status è uscito il 20 gennaio 2015, a distanza di tre anni dal precedente lavoro di Marra e molto probabilmente il prossimo disco uscirà nel 2019, quindi a quattro anni da Status.

Quella di Marra è una tattica o più semplicemente si fa i cazzi suoi, segue i propri tempi, senza dare musica usa e getta al proprio pubblico? Un modus operandi molto diverso da quello adottato dall’amico di sempre e collega Gué Pequeno, che al contrario fa uscire dischi, singoli, libri, serie tv, featuring come se non ci fosse un domani. Molto più simile a Salmo, se pensiamo che Midnite è del 2013, Hellvisback del 2016 e Playlist del 2018, o anche di Fabri Fibra che in media fa passare un paio d’anni da un disco all’altro. Ma questo è un bene o un male? Il pubblico non dimentica Marracash solo perché non pubblica continuamente musica, al contrario nota la sua assenza, mentre critica e dà per scontato chi è sempre troppo presente, vedi Gué Pequeno il cui ultimo disco è stato aspramente criticato.

Due scuole e due pensieri, ma Marra è vivo, è a Tokyo e sta bene, possiamo dormire tutti tranquilli ora?

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