Rasty Kilo: l’altra faccia del rap

Se nasci in un contesto degradato, certe volte non hai scelta. Chi spaccia e chi commette reati non è per forza una persona cattiva, spesso un’altra opzione non c’è. In certi contesti, la galera la metti in conto.

A un anno dall’arresto che sta scontando ai domiciliari, Rasty Kilo pubblica una foto su Instagram dal contenuto davvero toccante:

Un anno. In questo anno di detenzione sono cambiate molte cose, per primo io. Avevo negli occhi la rabbia, ora ho la fame nello sguardo. Avevo tanti “amici” ma ero solo in realtà. Ora ne ho meno, si possono contare sulla dita di una mano! Ma sono fratelli. 

Avevo diverse donne, ora ne ho una che mi ha insegnato ad amare. La mia faccia è sempre piaciuta a mia madre, ma non piaceva ai professori, ai perbenismi ti che mi guardavano dall’alto al basso, alle autorità che mi schifavano perchè vivevo nelle case popolari di Ostia. Io sono orgoglioso dell’uomo che sono diventato e degli sbagli che ho fatto, perchè li ho fatti per aiutare chi amavo, per questo ho messo questa foto, perchè questo sono io. Senza ritocchi e patinature. Mi ami o mi odi

Non posso cambiare il passato. Ma con il passato posso migliorare il mio futuro. Infine voglio ringraziare voi, non avete idea di quanto mi avete aiutato, costantemente, ogni giorno. Migliaia di messaggi di affetto. Siete davvero famiglia per me, sono uno di voi, non mi avete lasciato mai solo, ed io non vi lascerò soli ora. Promesso. Vi voglio bene. Non è finita, è dura ma non mi fa paura. Ci vediamo fuori“.

Questa è l’altra faccia del rap, di cui in pochi parlano, quella faccia che ascoltiamo spesso nei testi, che possiamo immaginare e vedere nei film. Il rap salva le persone. Crescere nei quartieri non è facile. Crescere ad Ostia non è stato facile per Rasty Kilo, in un posto dove “le guardie ci arrestano però ci conoscono tutti: nome, cognome e nome d’arte. I poliziotti sono i primi ad essere fan, perché noi in una serata prendiamo quanto prendono loro in un mese e così rosicano“. In un posto dove il rap e la musica sono l’unica salvezza, l’unica via d’uscita.

Le persone possono sbagliare, pagare per gli errori commessi, ma ci sono posti e situazioni dove sbagliare è più facile. Leggere la vicinanza e l’affetto che i fan e i colleghi hanno verso Rasty è sempre commuovente e anche se aveva detto che non avrebbe più fatto musica, io spero che ricominci a farla, che la musica lo prenda per mano ancora una volta e lo salvi. Spero che Rasty Kilo trovi la forza di riprendere tutto in mano laddove è stato interrotto e che faccia uscire nuova musica, che questa possa ripagarlo del dolore provato in questo ultimo anno e spero di rivederlo presto su un palco. Spero la sua musica, l’esperienza vissuta e il racconto di questa possano essere di conforto e di aiuto a tutti quei ragazzi cresciuti nei quartieri che possono trovare in lui un insegnamento.

 

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