Rappo così forte che non te lo meriti è la definizione di MM4 di MadMan
Era il 2013 quando MadMan ha pubblicato MM1, il primo capito di quella che è diventata nel corso degli anni una delle saghe più interessanti e amate del rap italiano.
Appena metti in play MM4 ti senti portato indietro nel tempo, ti immagini con una cannetta in mano a giocare ai videogiochi. Un po’ quello che avrà fatto MadMan in questi due anni da Scatola Nera al nuovo mixtape.
Partiamo proprio da mixtape, perché di mixtape si tratta, anche se poi le basi sono originali, i sample pagati, la major c’è e la monetizzazione su Spotify anche, quindi più che un mixtape è un disco. E invece è un mixtape. E sai da cosa si capisce? Non solo dal titolo, ovviamente, ma dall’attitudine. In MM4 c’è il MadMan che conosciamo, è un po’ come tornare dopo anni a casa di un vecchio amico, che eri solito frequentare, e improvvisamente ti senti a casa. Ecco, MM4 ti dà l’impressione di essere a casa, anche se qualcosa di diverso negli arredi c’è.
La sicurezza, quando ascolti MadMan, sta nel fatto che sai già che troverai rime a raffica, extrabeat, incastri, flow, punch-lines e più o meno gli stessi argomenti. MadMan fondamentalmente parla sempre delle stesse cose, ma in MM4 è riuscito, grazie a produzioni eccellenti e a cambi di flow e mood, a a dare una chiave di lettura diversa. Nelle tracce in cui rappa a raffica ritrovi il MadMan di sempre e sempre in forma smagliante, in quelle più melodiche invece ha dimostrato di essere estremamente versatile e di essere cresciuto rispetto al passato.
Il problema, però, quando si aggiungono capitoli a una saga amatissima dai fan, è il riuscire a superare se stessi e dare al pubblico qualcosa che alzi ulteriormente l’asticella. È come se il pubblico si aspetti sempre di più da te, c’è chi ti vuole come prima e chi invece ti vorrebbe diverso, alla fine è impossibile accontentare tutti. MM4 in questo senso non fa eccezione. MadMan è un fuoriclasse e su questo non ci sono dubbi. Ha una tecnica pazzesca e un modo di approcciarsi unico e anche su questo non ci sono dubbi. In MM4 ci sono le sue varie sfaccettature, niente di più e niente di meno. Ci sono le tracce da esercizio di stile in cui lui spacca, c’è l’autocelebrazione, i pezzi da cazzeggio, quelli più duri e quelli più intimi. C’è tutto. E c’è addirittura un ritorno di MadMan agli inizi, della serie “perché non torni quello di…?”, ma non in modo da sembrare datato, bensì attuale e moderno.
Cosa non va allora?
Di fronte a tracce potentissime ce ne sono altre piuttosto noiose, gli argomenti sono quelli tipici di MadMan e non si può dire che ci sia un vero e proprio upgrade rispetto alla sua discografia precedente. Il che non è necessariamente un male. Il rischio di fatto era quello di sentire un MadMan cavalcare le mode e i trend del momento e invece per fortuna è rimasto fedele a se stesso, sperimentando quel che basta, ma senza snaturarsi e strafare.
A livello sonoro, per esempio, oltre a basi estremamente hip hop, a pezzi più chill e ad atmosfere da club, troviamo tanta drill. Ma MadMan non sta cavalcando la drill perché ora va di moda, in tutta la sua discografia troviamo questo suono, solo che prima non era di moda, e nessuno ha mai detto MadMan ha fatto un pezzo drill.
Parlando di MM4 non si può non parlare di Veleno 8, la traccia forse più attesa del nuovo progetto di MadMan, perché porta avanti la famosa saga con Gemitaiz. E se Veleno 7, nonostante i numeri fatti, non aveva soddisfatto appieno i fan della coppia ed era stata accolta come una delusione, Veleno 8 è di tutt’altra pasta. È un brano incisivo, potente, dove emerge ancora una volta l’affinità tra Gemitaiz e MadMan, che questa volta hanno regalato un brano che rende degnamente omaggio alla loro saga. Anche se arrivati ormai al capitolo 8 non è facile superarsi ancora e dare al pubblico qualcosa di estremamente WOW.